Giuseppe Graviano durante un processo |
Le trascrizioni delle intercettazioni in carcere del boss di Brancaccio, Giuseppe Graviano, hanno riempito pagine di giornali. In particolare, alcuni passaggi riguardano l'omicidio di padre Pino Puglisi per cui Graviano (insieme col fratello Filippo) è stato condannato all'ergastolo come mandante. Il boss cerca di "mascariare" (imbrattare) la memoria del sacerdote-martire. Lo dipinge come "un litigioso" che diceva "parolacce" (sic), "che insultava le persone di Brancaccio" e da queste era mal sopportato. Non dice nulla, ovviamente, delle sue responsabilità per il delitto, sempre negate durante i tribunali. Agli insulti di Graviano rispondono con un comunicato congiunto Gregorio Porcaro - all'epoca viceparroco a Brancaccio e oggi referente siciliano di Libera - e Giuseppe Carini, uno dei giovani di Puglisi che oggi è testimone di giustizia: da Graviano arriva solo un cumulo di "bugie". I due lo invitano a convertirsi: accanto a sé troverà lo spirito di padre Puglisi ad accoglierlo.