domenica 19 marzo 2017

I VESCOVI SICILIANI: I MAFIOSI SI OPPONGONO AL VANGELO

Nicosia: i vescovi siciliani riuniti con il cardinale Bagnasco
«Chi è mafioso si oppone al Vangelo». La nuova presa di posizione della Chiesa siciliana nei confronti delle organizzazioni mafiose porta la firma dei suoi vertici e segue di pochi giorni il decreto dell’arcivescovo di Monreale che vieta a chi è legato a Cosa nostra di fare da padrino di battesimo o di cresima. I vescovi siciliani, ancora una volta, ribadiscono l’incompatibilità tra mafia e parola di Cristo e lo fanno durante una seduta ufficiale della Conferenza episcopale dell’Isola riunita a Nicosia, in occasione del bicentenario dell’istituzione della diocesi. Così, nel comunicato finale della Conferenza episcopale siciliana, si sottolinea che «in merito alla questione sempre attuale e sempre ricorrente della presenza della mafia nel tessuto sociale della nostra terra di Sicilia, i vescovi ribadiscono quanto già affermato in passato attraverso vari documenti: Nuova evangelizzazione e pastorale (1994), Finché non sorga come stella la sua giustizia (1996), Amate la giustizia voi che governate sulla terra (2012). Tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa».
Parole nette e non equivocabili dell’assemblea presieduta da monsignor Salvatore Gristina, riunita per tre giorni, durante i quali c’è stata anche la presenza del presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco. L’intervento dei pastori siciliani è conseguente alla dura presa di posizione di monsignor Pennisi, che qualche giorno fa ha pubblicato un decreto che vieta ai mafiosi di essere ammessi all’incarico di padrino e ha suscitato molto interesse in tutta Italia. Un punto fermo dopo il caso scoppiato all’inizio di febbraio, quando si diffuse la notizia che Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss di Cosa Nostra, pure lui condannato per mafia, era tornato a fine dicembre a Corleone, per fare da padrino di battesimo alla nipotina.
Durante la seduta della Cesi si sono affrontati altri argomenti di estrema attualità come il rapporto tra giovani e lavoro, lanciando un appello alle istituzioni, per «sgombrare il campo dalle logiche del clientelismo, dalle lentezze della burocrazia, dalla invadenza della malavita organizzata. Ma è necessario soprattutto fare spazio alle nuove frontiere del lavoro, sviluppando modelli organizzativi in linea con l’evoluzione della società e della tecnologia. Per questo rivolgiamo alle istituzioni competenti un caloroso e pressante appello ad intervenire con urgenza e concretezza, mediante politiche appropriate. Oggi più che domani. Perché domani forse sarà troppo tardi».
Alessandra Turrisi
Giornale di Sicilia 19 marzo 2017

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