lunedì 17 luglio 2017

BORSELLINO E DON PUGLISI: I CRISTIANI CHE OFFRONO LA VITA



di Francesco Deliziosi

"Usciamo stasera dai nostri egoismi, dai nostri cinismi, e sogniamo con Santa Rosalia il Regno di Dio tra di noi, una Sicilia diversa, una Palermo nuova, che è alla nostra portata, che è nelle nostre mani.
Così pensavano già molti secoli fa i Padri della Chiesa, così pensava san Basilio, che diceva ai suoi cristiani che erano loro le mani di Dio, che ad operare nella storia era Dio per mezzo di loro. Basilio voleva dire ai suoi che la fede dei cristiani non è la passiva attesa di un miracolo, ma l’impegno umile, quotidiano, liberante, per fare un mondo nuovo. Lo dicevano, e soprattutto lo facevano, Paolo Borsellino e don Giuseppe Puglisi".


Parole dell'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, pronunciate a piazza Marina per il tradizionale Festino della Patrona. L'accostamento di Borsellino e don Puglisi è arrivato proprio alla fine del discorso alla città che conclude la processione delle reliquie di Rosalia: un'occasione solenne per ricordare due cristiani che hanno offerto la propria vita qui e ora in nome di "un impegno umile e quotidiano" ma "liberante" e in grado di creare "un mondo nuovo".
E proprio di questo impegno civile ma anche di fede parla l'ultimo libro della giornalista Alessandra Turrisi ("Paolo Borsellino, l'uomo giusto", edizioni San Paolo). Uno scavo nella memoria di quanti sono stati veramente amici del magistrato ucciso in via D'Amelio e lo ricordano con una serie di testimonianze inedite come uomo dello Stato e padre affettuoso, magistrato ma anche "un picciuttunazzo" (un ragazzone scherzoso), come lo definisce nel volume don Cosimo Scordato.