domenica 14 maggio 2017

L'ULTIMO SORRISO: ARRIVA NELLE SALE IL DOCU-FILM SU DON PUGLISI


Da sinistra Sergio Quartana, Paride Benassai e la regista Rosalinda Ferrante


Presentato in anteprima alla stampa, sabato 13 maggio a Palermo, “L’ultimo sorriso”, la pellicola dedicata alla vita di Don Pino Puglisi. Folta la partecipazione in sala, all’Auditorium della Rai Sicilia, con giornalisti e addetti ai lavori che hanno commentato positivamente il docu-film, realizzazione di un progetto sociale nato da un’idea del commissario Sergio Quartana, presidente dell’Associazione culturale della Polizia municipale di Palermo e della giovane regista palermitana Rosalinda Ferrante, direttrice della Cosmo Cinematografica. Il 25 maggio ci sarà un'altra anteprima a inviti e da fine mese sarà poi nelle sale: il primo appuntamento pubblico annunciato è per il 30 maggio alle 20,30 alla multisala Politeama.

Con la realizzazione del film, si è voluto raccontare la vita ed il martirio di Padre Pino Puglisi, 3P come veniva chiamato da molti, senza fermarsi ai tre anni vissuti dal prete a Brancaccio come fanno le precedenti pellicole “Alla luce del sole” di Roberto Faenza e “Brancaccio” di Gianfranco Albano. Lo scopo principale è stato dunque di mettere in evidenza, in una realtà di vita vissuta, le motivazioni spirituali che hanno guidato il sacerdote lungo la sua missione sino alla morte, mantenendo la ricostruzione fedele ai fatti storici e curandone minuziosamente i dettagli per giungere direttamente al cuore della gente.

La locandina del film


Rosalinda Ferrante ha commentato che la realizzazione del film è stata quasi una vocazione:  “Siamo stati chiamati a farlo, anche grazie all’aiuto della famiglia Puglisi, e vorremmo portarlo nelle scuole”. Un progetto dunque rivolto principalmente ai giovani, agli studenti che possano prendere ad esempio il messaggio di Don Pino Puglisi. Continua Sergio Quartana: “Questo è stato un sogno realizzato con pochissime risorse economiche, ma siamo convinti che il messaggio del docu-film arrivi dritto nel cuore di ognuno di noi, ed è il messaggio del Vangelo. Crediamo tanto in questo progetto e continueremo a portarlo avanti con forza anche con la pubblicazione di un libro su come è stato realizzato il film”. Un messaggio dunque di unione e di amore per ita rivolto verso tutti, grandi e piccoli, così come ha sempre operato e voluto Don Pino Puglisi. 
Dopo la visione della pellicola è intervenuto anche l’attore protagonista, Paride Benassai, presente anch’egli in sala, che interpreta in modo attento e magistrale Don Pino Puglisi, e che è riuscito a ricreare il famoso sorriso: “Questo film è frutto di un lavoro lungo ben tre anni e per interpretare in modo peculiare Don Pino Puglisi, ho dovuto dimenticare me stesso, la mia persona. Questa figura mi ha dato tanto, mi ha insegnato che Dio è nella vita di ognuno di noi”
Sul palco dell'auditorium della Rai, da sinistra Teresa Grammauta, Francesco Deliziosi, Chiara Quartana, Valentina La Rosa, Gaetano La Rosa, Sergio Quartana, Rosalinda Ferrante, Rosanna Minafò, Paride Benassai, Stefania Blandeburgo, Fabio Quartana


“Una scelta coraggiosa e veritiera,  un racconto completo sulla vita di Padre Puglisi che, non a caso, ha visto anche la partecipazione diretta di tanti giovani nel cast” commenta Francesco Deliziosi, giornalista amico del prete scomparso. Dal palco ha poi aggiunto: "E' normale che la mafia abbia paura di un magistrato o di un poliziotto. Ma non si capisce perché la mafia abbia avuto paura di un prete se non si esamina quel che fece padre Pino nei 30 anni di sacerdozio precedenti al periodo di Brancaccio. In particolare il suo metodo educativo che - trasposto in quel quartiere - produsse i suoi miracoli più belli: la trasformazione delle coscienze dei ragazzi e degli adulti. Per questo la mafia ebbe paura". Il giornalista compare nel docu-film spiegando la nascita della vocazione di don Pino e il terribile periodo di Godrano. Come si legge nei titoli di coda, alcuni dialoghi della pellicola sono ispirati al suo libro "Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso" (Rizzoli). Quartana ha anche ricordato come - insieme con la regista  - andarono dal giornalista all'inizio del progetto ed ebbero da lui un incoraggiamento. Anche Deliziosi ha ricordato l'episodio: "L'idea era ottima perché colmava un vuoto. Capii che non c'erano soldi e la situazione mi ricordò un episodio della vita di padre Pino: cominciò la raccolta per acquistare il Centro Padre Nostro con 150 lire...". Insomma, il progetto è andato avanti con tanta fede, con l'aiuto di tantissimi doni di privati ed è ora al traguardo. Rispetto ad una prima bozza che era stata presentata tempo fa all'arcivescovo Corrado Lorefice, il film è ora un prodotto più maturo e totalmente rinnovato con l'inserimento di diverse interviste, nuove immagini e un montaggio nettamente diverso. 
Nel docu-film c'è anche la testimonianza e un elogio alla vita dell’allieva Enza Maria Mortellaro (salvata in gioventù dal suicidio) interpretata dall’attrice palermitana Stefania Blandeburgo, presente anche lei all’anteprima, che ribadisce quanto “sia importante la figura del prete nel riconoscimento del valore della vita, preziosa in ogni suo aspetto ed ogni giorno”.
 Il cast è composto principalmente da attori non professionisti, scelta voluta dalla regista. Tra i tanti ricordiamo Gaetano La Rosa, pronipote del sacerdote, che interpreta proprio Don Puglisi da giovane, Valentina La Rosa, anch’ella pronipote di 3P, che recita la parte della giovane allieva Enza Maria Mortellaro, Chiara Quartana, la giovane ragazza-madre, Fabio Quartana, uno dei gregari della mafia. 
La sceneggiatura è stata scritta dalla stessa regista in un paio di mesi, dopo una serie di incontri e raccolte di testimonianze anche dei familiari di Padre Puglisi che hanno pienamente sposato il progetto. I testi dei monologhi, presenti all’interno del film, sono stati redatti dalla scrittrice Teresa Gammauta che ha recuperato le parole autentiche di Don Puglisi grazie alle lettere, registrazioni ed interviste. Mentre, la fotografia ed il montaggio sono stati curati da Maurizio Vuturo e le riprese video da Daniele Sicilia. La colonna sonora è del musicista Nicolò Renna ed è eseguita dai Room Quartet, il tutto arricchito dalla canzone “Cose che vanno cambiando” di Giò Patania. 
---------------------------------------------------------------------

Articolo del Giornale di Sicilia 14 maggio 2017

Alessandra Turrisi
Palermo
Apriva le orecchie per ascoltare, allargava le braccia per accogliere. Per capire perché la mafia decide di uccidere un prete a Brancaccio, bisogna scavare nella vita di quel sacerdote maestro di perdono, conoscere la sua vocazione, i suoi incontri, il dono di saper trasformare le persone con l’unica arma dell’amore. C’è tutto questo nel docufilm «L’ultimo sorriso», che ha affidato allo sguardo profondo e all’espressione rassicurante di Paride Benassai il volto più vero di padre Pino Puglisi (detto 3P), ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 a Palermo e beatificato il 25 maggio 2013. 
Il lavoro nato da un’idea della regista palermitana Rosalinda Ferrante, direttrice della Cosmo cinematografica, e del commissario Sergio Quartana, presidente dell’Associazione culturale della polizia municipale, è stato presentato ieri alla stampa all’auditorium della Rai a Palermo e dal 30 maggio sarà in distribuzione in varie sale cinematografiche della Sicilia.
Una scelta coraggiosa quella di un racconto-verità, che permette alle testimonianze di alcuni giovani che hanno conosciuto padre Puglisi, dal giornalista Francesco Deliziosi alla docente Enza Maria Mortellaro, di farsi sceneggiatura, grazie alla interpretazione fresca di attori non professionisti, tra cui anche un paio di pronipoti di don Pino. Attorno alla bara in cui viene posto 3P dopo l’omicidio, alcuni degli uomini e delle donne che hanno incrociato il suo ministero rivedono l’impronta lasciata nella loro vita dal passaggio di don Pino. 
Ci sono la ragazza madre, il seminarista, l’alunna ribelle, tutti con una cosa in comune: si sono sentiti amati in un momento di difficoltà. Tanto da legare la propria esistenza a quella di quel prete, che non guardava mai l’orologio quando doveva ascoltare qualcuno, come ricorda con dolcezza l’ex alunna poi diventata professoressa e interpretata dall’attrice palermitana Stefania Blandeburgo. Un «parrino» con cui ci si sbellicava dalle risate, come quando, durante una gita nel bosco, si doveva scattare la «fotoschifia», che altro non è che «una fotografia in cui tutti, al momento del clic, devono dire: ‘Faccia di caneeee’». 
Aneddoti sui quali sorridere, pezzi di vita sui quali riflettere, grazie ai monologhi scritti da Teresa Gammauta. Fotografia e montaggio sono stati curati da Maurizio Vuturo, le riprese video da Daniele Sicilia, la colonna sonora è del musicista Nicolò Renna, eseguita dai Room Quartet, con una canzone finale «Cose che vanno cambiando» di Giò Patania.
«Aveva uno sguardo penetrante – testimonia l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, che conobbe Puglisi al Centro regionale vocazioni all’inizio degli anni Novanta - aveva la forza che gli veniva dalla fede. Se Dio è con noi chi sarà contro di noi, dice San Paolo. Ha fatto della sua esistenza un dono».
 Enorme l’emozione dei protagonisti. «Questo film è frutto di un lavoro lungo tre anni – dice Paride Benassai – Per interpretare don Pino ho voluto dimenticare me stesso. Questa figura mi ha dato tanto, mi ha insegnato soprattutto che Dio non ha bisogno di chiese, di altari, di riti, ma che Dio è nella vita di ognuno. Il complimento più grande l’ho ricevuto dal fratello Franco Puglisi. Mi ha detto: ‘Finalmente ho visto mio fratello. Era uno che, portandosi Dio dentro, aveva sempre il sorriso addosso’». Per la giovane regista è stata una vocazione: «Siamo stati chiamati a farlo – confida Rosalinda Ferrante - anche grazie al sostegno della famiglia Puglisi. L'idea è quella di portarla nelle scuole». Un sogno realizzato con pochissime risorse economiche: «Ma siamo convinti che il messaggio arriva ed è il messaggio del Vangelo» conclude Quartana.

Nessun commento:

Posta un commento