Affollata platea alla Sala del Tempio di Adriano a Roma per la presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi, organizzata dalla Regione Lazio. L'autore ha ripercorso i suoi 15 anni di amicizia con il sacerdote-martire di cui il Papa ha voluto commemorare i 25 anni dal martirio. Ricordi personali, dai banchi di scuola agli anni di Brancaccio, per ricostruire uno stile pedagogico originale, in tre fasi (l'ascolto, la vita comunitaria, la scelta della vocazione). Un metodo che, trasferito in un quartiere sotto il tallone della mafia, stava trasformando e liberando i cuori dal giogo dell'oppressione. Per questo la mafia ebbe paura e lo eliminò. Oggi, a 25 anni dalla morte, - ha sottolineato Deliziosi - dobbiamo analizzare la concretezza di don Pino, i suoi atti profetici eredità preziosa per tutta la chiesa (basti ricordare che cambiò il percorso delle processioni per evitare inchini sotto certi balconi e che sbarrò la strada ai politici collusi del quartiere).
venerdì 21 settembre 2018
venerdì 14 settembre 2018
LOREFICE: SU DON PUGLISI UN LIBRO RICCO E FECONDO
Per gentile concessione della casa editrice Bur-Rizzoli pubblichiamo la prefazione di mons. Corrado Lorefice al volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" del giornalista Francesco Deliziosi, che ha raccolto e commentato gli scritti più significativi del sacerdote-martire.
Mons.
Corrado Lorefice
A
venticinque anni dal martirio di padre Pino Puglisi giunge a tutti
noi un dono ricco e fecondo: si tratta di questo importante e
prezioso libro curato da Francesco Deliziosi, giornalista
palermitano, che è stato alunno prima e collaboratore poi di padre
Pino, particolarmente negli ultimi anni di vita, caratterizzati dal
suo ministero pastorale presso la comunità parrocchiale di
Brancaccio, laddove egli suggellò la sua esistenza con la palma del
martirio, offrendo la vita per il suo popolo, quale mite agnello
immolato ad immagine del Cristo.
mercoledì 5 settembre 2018
SAVAGNONE: PUGLISI, IL PRETE CHE ASCOLTAVA LA GENTE. LA CHIESA SPESSO NON LO SA FARE
Da sinistra Giuseppe Savagnone, Giuseppe Castronovo, Francesco Deliziosi |
Un libro che ridà voce a don Pino Puglisi, quella voce che i suoi assassini volevano spegnere. Ripercorrere i suoi scritti raccolti nel volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" è un modo per ravvivare la memoria e alla fine chiedersi: cosa posso fare io per essere degno del suo sacrificio?
E' la domanda che ha rivolto il professore Giuseppe Savagnone agli intervenuti alla presentazione del volume il 3 settembre scorso alla libreria Tantestorie di via Ariosto a Palermo. Era presente l'autore del libro, Francesco Deliziosi, il magistrato Nicola Aiello. Ha moderato l'incontro il titolare della libreria Giuseppe Castronovo. Ecco l'intervento del professore Savagnone.
venerdì 31 agosto 2018
SE OGNUNO FA QUALCOSA: 4 APPUNTAMENTI PER FARE MEMORIA DI DON PINO
Fare memoria del sacrificio, della fede e dell'impegno civile di don Pino Puglisi a 25 anni dall'omicidio di mafia. Ripercorrere la sua vita e i suoi scritti raccolti per temi: l'amore, l'amicizia, il perdono, la passione per il riscatto sociale degli emarginati... Analizzare il viaggio ormai prossimo di Papa Francesco a Palermo sulle orme di un sacerdote che come lui voleva una Chiesa povera e per i poveri. Indagare sull'eredità della prima vittima di mafia diventata martire della Chiesa. Sono alcuni degli aspetti che saranno approfonditi nelle presentazioni del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi con prefazione di mons. Corrado Lorefice. Ecco i prossimi appuntamenti per tutti gli amici di 3P tra Palermo e Siracusa:
La Festa dell'onestà a Palermo
Domenica 2 settembre
ore 11 – via Collegio del Giusino (traversa di corso Vittorio Emanuele) conversazione dell'autore con Giulio Pirrotta, tra gli organizzatori della "Festa dell'onestà" nel Cassaro Alto. In questa terza edizione della manifestazione anche altri momenti dedicati a don Pino:
Alle 15.30 Piazza Mediterraneo (Ballarò). Conversazione sul messaggio del Beato Puglisi a venticinque anni dal martirio, tra l’Arcivescovo di Palermo, Francesco Puglisi, Don Enzo Volpe, Maurizio Artale. Francesco Lombardo, Giovanna Analdi. Modera Alessandra Turrisi.
Alle 17.00 Villa Bonanno. Svelamento del cippo dedicato al Beato Giuseppe Puglisi, Martire e Medaglia d’oro al valore civile, alla presenza dei familiari del Beato, dell’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, del sindaco di Palermo, prof. Leoluca Orlando, del Consiglio Direttivo dell’Associazione Cassaro Alto.
Alle 21.00 Piano della Cattedrale. Proiezione del film L’ultimo sorriso di Rosalinda Ferrante e Sergio Quartana. Docufilm sulla vita e il messaggio del Beato Giuseppe Puglisi.
Lunedì 3 settembre
Alle 18 nella libreria Tantestorie di via Ariosto 27 a Palermo, il titolare Giuseppe Castronovo modera un incontro con l'autore e il professore Giuseppe Savagnone
Giovedì 6 settembre
Alle 18 nella sede di Libera Palermo (la Bottega della legalità di piazza Castelnuovo) incontro con l'autore e il responsabile per la Sicilia di Libera, Gregorio Porcaro, ex "comparroco" di don Pino a Brancaccio.
Venerdì 7 settembre
Alle 19,30 nella parrocchia Sacra Famiglia (viale dei Comuni 14) a Siracusa incontro con l'autore moderato da Salvo Di Salvo, presidente provinciale Ucsi (unione stampa cattolica), con un saluto di mons. Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa.
venerdì 24 agosto 2018
"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UN VOLUME PER RIDARE VOCE A DON PUGLISI
In questa recensione si individua il volume "Se ognuno fa qualcosa", appena pubblicato da Bur-Rizzoli, come una "traditio" degli scritti e delle parole di don Pino, un modo per ridare voce al sacerdote-martire e non disperdere il suo insegnamento.
Patrizia
Danzè
«Non
ho paura delle parole dei violenti ma dei silenzi degli onesti”
diceva don Pino Puglisi, il “prete che fece tremare la mafia con un
sorriso” e che di mafia morì, divenendo martire in quanto
testimone di speranza, la virtù teologale nella quale confidò per
tutta la sua esistenza. «Defunto, benché morto parla ancora», si
legge di Abele nella Lettera agli Ebrei, una frase che padre Puglisi
amava ripetere, forse presago di quanto sarebbe avvenuto. Vita,
insegnamento e martirio di don Puglisi hanno infatti già arricchito
una consistente letteratura, di cui il bel volume di Francesco
Deliziosi, palermitano e caporedattore centrale del “Giornale di
Sicilia” e soprattutto allievo e figlio spirituale di don Pino
Puglisi, è un’ ulteriore testimonianza.
“Don
Pino Puglisi. Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” (Rizzoli)
non è un’agiografia, benché padre Puglisi sia stato dichiarato
beato dalla Chiesa e lo stesso Deliziosi abbia fatto parte della
commissione diocesana per l’istruzione della causa di
beatificazione e abbia collaborato col postulatore, monsignor
Vincenzo Bertolone, fino al riconoscimento del martirio da parte
della Chiesa. È invece, a venticinque anni dall’assassinio del
prete di Brancaccio per mano di Cosa Nostra, una “traditio”, una
“consegna” del magistero cristiano di don Puglisi a noi tutti e
in particolare ai giovani, che completa gli scritti di Deliziosi sul
religioso.
Nulla
come il silenzio degli onesti temeva don Puglisi, la cui parola
audace e “scandalosa” si levava limpida e ferma contro la cultura
del malaffare, con la «forza della mitezza e l’energia liberante e
risanante dell’Evangelo del Regno» (scrive Monsignor Corrado
Lorefice, arcivescovo di Palermo, nella prefazione). Dalla illegalità
e dalla violenza voleva salvare bambini e adolescenti, finché si era
ancora in tempo: 3P, il nomignolo con cui padre Puglisi era
conosciuto, credeva fermamente nella pastorale giovanile, esercitata
a Brancaccio, come prima a Godrano, un comune del Palermitano dove
era stato “confinato” nel 1970 dopo l’accusa d’essere un
“prete rosso”, e dove era riuscito a organizzare iniziative per i
bambini e “Settimane evangeliche” per le famiglie, per affrontare
il nodo più difficile: il perdono. Ne scaturì un’esperienza
fondamentale – scrive Deliziosi – per svellere le radici
dell’odio, assieme ad altri gesti simbolici e ad un modello di vita
con i quali l’allora giovane parroco si conquistò l’affetto
della comunità.
Sposo
di madonna Povertà, don Pino viveva una vita semplice, sobria,
frugale, alla quale si uniformò per condividere realmente con gli
ultimi, con i deboli, il pane e il vino, oltre che le parole giuste.
E se la casa popolare in cui viveva era spoglia, tuttavia i libri di
filosofia, di teologia, di sociologia la riempivano, perché la sua
“predicazione continua” (la stessa che provocò l’odium fidei
da parte dei boss di Brancaccio) si nutriva di quelle discipline,
come il libro di Deliziosi attesta, riportando i testi pronunciati da
don Puglisi, “maestro di preghiera” nelle sue omelie, nei suoi
incontri al Centro Padre Nostro da lui fondato a Brancaccio, nei
campi-scuola, nei convegni.
Povertà
personale per essere credibile e non solo credente (e scarpe bucate
ai piedi, insieme ad un logoro giubbino), ma ricchezza morale per
affrontare le vere sfide per la Chiesa ed esserne la coscienza
critica, combattendo collateralismi con i partiti, moralizzando feste
popolari e processioni, formando volontari, analizzando i bisogni del
territorio, denunciando il degrado, rendendo trasparenti i conti
della parrocchia, alimentando vocazioni. Il denso libro di Deliziosi
(molto belle le pagine documentarie dedicate alle letture dei Vangeli
di don Puglisi), restituisce tutto il suo spessore a questo alter
Christus, a questo prete “anti” ma esempio di fede e legalità,
ribelle e dolce, audace e mansueto, umile e colto, disincantato e
lucido, ma fiducioso nelle promesse di Dio tanto da amare i suoi
nemici, e da sorridere nel momento del sacrificio (come
testimonieranno i suoi killer, Grigoli e Spatuzza).
Gazzetta
del Sud 19 agosto 2018
LOREFICE: IL PAPA VIENE A SOSTENERE LA SICILIA
Ecco la lettera integrale in cui l'arcivescovo di Palermo delinea i temi della visita del Papa a Palermo il 15 settembre
Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità.
Egli viene in Sicilia in visita pastorale nella ricorrenza del 25° dell’uccisione del Beato Martire Giuseppe Puglisi, «sacerdote del Signore, missionario del Vangelo, formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale» (Card. Salvatore Pappalardo).
domenica 19 agosto 2018
PENNISI: LA MAFIA SI E' VERGOGNATA DI AVER UCCISO DON PUGLISI
"Pure la stessa mafia si è vergognata di aver ucciso don Puglisi e cercò di mascherare il delitto come una rapina. Dopo il discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento avevano capito di non poter più scendere a patti". L'analisi di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, alla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" a Terrasini, sabato 18 agosto.
domenica 5 agosto 2018
DON STABILE: PUGLISI, UN SANTINO?
La tomba di Puglisi. A sinistra il quadro oggetto dell'articolo di don Stabile |
A 25 anni dall'omicidio di mafia, nell'imminenza della visita del Papa a Palermo, padre Pino Puglisi rischia di essere trasformato in un santino? Il suo esempio imbalsamato e reso sterile, "relegato agli aspetti cultuali, senza legami con la vita e la storia". Don Francesco Michele Stabile, storico della Chiesa, è stato coordinatore della prima commissione diocesana che istruì la causa di beatificazione. E nel recente passato è stato anche critico sulla "Peregrinatio" delle reliquie del beato. Adesso teme "forme di sacralizzazione" del martire e ritiene che sia necessario "salvaguardare la ferialità di Puglisi come santità buona per tutti". In questo articolo inviato al blog beatopadrepuglisi.it che state leggendo analizza lucidamente questo rischio e fa una proposta: togliere il quadro che campeggia da qualche tempo accanto alla tomba del sacerdote in Cattedrale e rimetterci l'immagine reale, la fotografia che fu scelta per la beatificazione al Foro Italico nel 2013. (francesco deliziosi)
venerdì 13 luglio 2018
I PICCOLI DI PADRE PUGLISI
Riceviamo da Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro, la locandina della raccolta fondi per aprire un asilo nido a Brancaccio
domenica 24 giugno 2018
IL CORRIERE DELLA SERA: DON PUGLISI INSEGNA L'ANTIMAFIA DEI FATTI
“MAFIA, SERVONO FATTI NON PAROLE”. I DISCORSI DI DON PUGLISI 25 ANNI DOPO
Giovanni Bianconi
Venticinque anni fa, il 15 settembre 1993, il parroco del rione palermitano di Brancaccio, padre Pino Puglisi, veniva assassinato dai killer di Cosa nostra; cinque anni fa la Chiesa l’ha proclamato beato. Il motivo dell’omicidio e della beatificazione fu lo stesso: l’impegno antimafia del sacerdote in un contesto decisamente mafioso, pagato con la vita. Un impegno fatto di parole e opere, denunce continue e lavoro quotidiano, soprattutto al fianco e in favore dei giovani: un insegnamento e un’eredità di cui, a un quarto di secolo di distanza dal suo sacrificio, si può cogliere ancora oggi l’attualità. Soprattutto alla luce dei più recenti fatti di cronaca, che hanno incrinato l’immagine di una certa antimafia definita «di facciata», utilizzata per costruire — secondo le accuse rivolte alle persone coinvolte — sistemi di potere che poco hanno a che fare con la missione di liberare la Sicilia dal gioco delle cosche. Ecco allora che un intervento pronunciato da padre Pino il 18 febbraio 1993 e pubblicato nella raccolta dei suoi scritti e discorsi (Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Bur-Rizzoli, pagg. 560, euro 18), suona ancora oggi particolarmente efficace, se non profetico.
«Mi sembra giusto che si parli di mafia, è un’opera che si deve portare avanti nelle scuole in modo più capillare possibile», diceva. Ma subito dopo ammoniva: «Non ci si fermi, però, ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore, attenzione, non vorrei essere frainteso; hanno valore, ma se ci si ferma a questo livello sono soltanto parole. E le parole devono essere convalidate dai fatti». In quei mesi l’Italia era scossa dai sommovimenti legati al ciclone di Mani pulite e alle indagini sulla politica corrotta e collusa con il malaffare, e padre Pino Puglisi — che mettendo insieme le iniziali del titolo religioso e poi del nome e cognome si era lui stesso soprannominato 3P — commentò: «Noi abbiamo quasi cinquant’anni di parole pronunciate da questi qui, che finalmente adesso vengono sbugiardati. Parole, parole, belle parole…». Le inchieste giudiziarie si estendevano a macchia d’olio. «Adesso ci stanno pensando i magistrati, sono arrivati anche in Sicilia finalmente — ammoniva 3P —, però siamo in un momento pericoloso, un periodo direi quasi prerivoluzionario. Io non me ne intendo, ma come mai non ci pensano quelli che sono all’interno delle strutture politiche? Non riescono a svegliarsi e dire: o cambiamo o crolliamo?».
Aveva visto lungo, il prete ucciso dalla mafia. Dall’antimafia usata come schermo dietro il quale nascondere interessi d’altro tipo e poco commendevoli, alla politica che delega tutto alla magistratura, scrollandosi di dosso ogni responsabilità, senza sapere (o volere) guardare al proprio interno a prescindere dagli accertamenti giudiziari. Metteva in guardia i suoi fedeli, 25 anni fa, il sacerdote di borgata che i killer hanno tolto di mezzo perché la mafia aveva paura delle sue parole, che non erano solo parole; ma il testamento che ha lasciato è un monito a restare all’erta anche oggi. Contro la mafia, e non solo.
in “Corriere della Sera” del 22 maggio 2018"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UNA RECENSIONE DEL LIBRO SULL'AGENZIA REDATTORE SOCIALE
PALERMO - Un percorso virtuoso attraverso i testi di padre Puglisi per conoscere da vicino il pensiero e le opere del prete 'operaio degli ultimi' oggi beato. Nel libro, curato da Francesco Deliziosi ed edito da Rizzoli "Don Pino Puglisi – Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", con la prefazione dell'arcivescovo Corrado Lorefice, per la prima volta vengono raccolti in un unico volume, gli scritti più significativi del sacerdote.
mercoledì 13 giugno 2018
XXV DEL MARTIRIO: TUTTI GLI EVENTI PER DON PINO
Spettacoli teatrali,
inaugurazioni di nuovi spazi, giornate dedicate ai bambini,
documentari, una pedalata simbolica e concorsi per le scuole. Sono
solo alcune delle numerose iniziative che verranno organizzate per
ricordare il XXV Anniversario dell'omicidio di Padre Pino Puglisi, il
sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre 1993 davanti
alla sua abitazione, in piazzale Anita Garibaldi, a Brancaccio,
quartiere dove abitava e di cui era parroco.
venerdì 25 maggio 2018
5 ANNI FA LA BEATIFICAZIONE: IN UN LIBRO GLI SCRITTI DI DON PINO PUGLISI
giovedì 10 maggio 2018
I VESCOVI SICILIANI AI MAFIOSI: CONVERTITEVI!
Questo il testo della lettera presentata dai vescovi siciliani nella Valle dei Templi il 9 maggio 2018, a 25 anni dall'intervento di Papa Wojtyla. Una dura condanna della mafia delle "pistole e dei colletti bianchi" ma anche un allarme sul rischio infiltrazioni nelle processioni e nelle feste religiose nell'Isola. Spicca la ricerca di un linguaggio proprio della Chiesa per invitare alla conversione i mafiosi come fece San Giovanni Paolo II: convertitevi, è il momento di cambiare vita! Importante anche il riferimento al beato Pino Puglisi e al suo invito al dialogo con la parte oscura di Brancaccio fino all'estremo sacrificio.
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