mercoledì 14 febbraio 2024

IL PAPA: DON PINO PUGLISI HA LOTTATO CON ATTI D'AMORE CONTRO IL MALE


Don Pino Puglisi è stato "un esempio di passione che con atti d'amore ha lottato contro il male". Così Papa Francesco torna a ricordare il sacerdote martire dopo il suo intervento l'estate scorsa in occasione del trentennale del delitto di mafia in cui fu ucciso il parroco di Brancaccio. L'occasione è una lettera inviata, tramite mons. Roberto Campisi della Segreteria di Stato vaticana, in risposta al giornalista palermitano Francesco Deliziosi che aveva spedito alla residenza Santa Marta una copia del suo volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Rizzoli, prefazione dell'arcivescovo Corrado Lorefice), tornato nelle librerie in occasione dell'anniversario del delitto. 



La pubblicazione del giornalista, che per la prima volta raccoglie tutti gli scritti di don Pino, viene definita "una lodevole iniziativa a testimonianza della vita e delle opere del Sacerdote martire". 

Nel messaggio inviato a don Corrado Lorefice e reso noto a settembre il Papa rifletteva così sulla figura del martire siciliano:  "Sono passati trent’anni dalla sera del 15 settembre 1993, quando il caro Don Pino Puglisi, sacerdote buono e testimone misericordioso del Padre, concluse tragicamente la sua esistenza terrena proprio in quel luogo dove aveva deciso di essere “operatore di pace”, spargendo il seme della Parola che salva, che annuncia amore e perdono in un territorio per molti “arido e sassoso”, eppure lì il Signore ha fatto crescere assieme il “grano buono e la zizzania” (cfr Mt 13, 24-30). Desidero unirmi a Voi spiritualmente in questa significativa ricorrenza e ringraziare il Dio di ogni consolazione per il dono del Beato Martire Don Pino Puglisi, figlio e pastore dell’amata Chiesa palermitana e dell’intera Sicilia".

Il testo per intero del messaggio del Papa lo trovate sempre su questo blog cliccando su questo link

Commenta così la lettera ricevuta il giornalista Deliziosi: "Sono felice dell'apprezzamento e  commosso di tanta attenzione, nella speranza di aver contribuito a tenere viva la memoria di padre Pino Puglisi-3P (così lo chiamavamo noi suoi alunni). E nella speranza di sostenere, raccontando la sua vita esemplare, la fede e il coraggio di quanti – sacerdoti e laici – ancora oggi con atti d'amore lottano contro il male ovunque si presenti".

Anche dieci anni fa, nel 2014, in occasione della pubblicazione di un altro libro del giornalista, la biografia "Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso" (Rizzoli, prefazione di don Luigi Ciotti, oggi ristampata in edizione aggiornata) il Papa aveva ringraziato del dono di una copia con una lettera in cui auspicava "che il carisma di educatore dei giovani del nuovo Beato e la forza della sua fede portino frutti abbondanti di conversione e di pace". 

 


Quattro anni dopo, nel 2018 Papa Francesco è stato a Palermo per ricordare il 25° del delitto celebrando la messa al Foro Italico. Ecco un brano di quell'omelia: 

"Don Pino lo insegna: non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia, e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene, tanto bene. La sua sembrava una logica perdente, mentre pareva vincente la logica del portafoglio. Ma padre Pino aveva ragione: la logica del dio-denaro è sempre perdente. Guardiamoci dentro. Avere spinge sempre a volere: ho una cosa e subito ne voglio un’altra, e poi un’altra ancora e sempre di più, senza fine. Più hai, più vuoi: è una brutta dipendenza. È una brutta dipendenza. È come una droga. Chi si gonfia di cose scoppia. Chi ama, invece, ritrova se stesso e scopre quanto è bello aiutare, quanto è bello servire; trova la gioia dentro e il sorriso fuori, come è stato per don Pino.

Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: «c’era una specie di luce in quel sorriso». Padre Pino era inerme, ma il suo sorriso trasmetteva la forza di Dio: non un bagliore accecante, ma una luce gentile che scava dentro e rischiara il cuore. È la luce dell’amore, del dono, del servizio. Abbiamo bisogno di tanti preti del sorriso. Abbiamo bisogno di cristiani del sorriso, non perché prendono le cose alla leggera, ma perché sono ricchi soltanto della gioia di Dio, perché credono nell’amore e vivono per servire. È dando la vita che si trova la gioia, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere (cfr At 20,35). Allora vorrei chiedervi: volete vivere anche voi così? Volete dare la vita, senza aspettare che gli altri facciano il primo passo? Volete fare il bene senza aspettare il contraccambio, senza attendere che il mondo diventi migliore? Cari fratelli e sorelle, volete rischiare su questa strada, rischiare per il Signore?

Don Pino, lui sì, lui sapeva che rischiava, ma sapeva soprattutto che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare tra comodità, mezzucci e scorciatoie. Dio ci liberi dal vivere al ribasso, accontentandoci di mezze verità. Le mezze verità non saziano il cuore, non fanno del bene. Dio ci liberi da una vita piccola, che gira attorno ai “piccioli”. Ci liberi dal pensare che tutto va bene se a me va bene, e l’altro si arrangi. Ci liberi dal crederci giusti se non facciamo nulla per contrastare l’ingiustizia".

Se volete rileggere il testo completo dell'omelia lo trovate a questo link

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I diritti d'autore dei due volumi citati in questo articolo sono devoluti in beneficenza




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