mercoledì 14 luglio 2021

All'Isola d'Elba l'omaggio dei giovani per don Puglisi



La professoressa Roberta Di Maria è una insegnante palermitana che dal 2015 si è trasferita all'Isola d'Elba e insegna presso la Scuola secondaria di I grado "Giosuè Carducci" di Porto Azzurro. Circa due anni fa è stato avviato con gli alunni un percorso di approfondimento sui temi della legalità, che ha portato alla preparazione e alla stesura del testo di un libro a cura delle classi terze. Tra le varie vicende e vittime della mafia, in particolare, viene ricordato nei primi racconti don Pino Puglisi, ucciso il 15 settembre del 1993 a Brancaccio. Il libro è stato presentato nell'istituto il 29 giugno 2021. Ecco un articolo che riassume il senso della splendida iniziativa che spicca per un grande valore educativo per le nuove generazioni. 


“Dietro il nostro libro c’è il semplice desiderio di non dimenticare, di ravvivare il ricordo di persone che ci hanno lasciato una testimonianza di verità e di giustizia e la volontà di farci carico dell’impegno di mantenerne viva la memoria.” Si conclude così l'intervento della professoressa Roberta Di Maria alla presentazione del libro “Possiamo sempre fare qualcosa”, avvenuta martedì 29 giugno alle ore 11.00 presso la terrazza della scuola Carducci di Porto Azzurro, alla presenza di un numero ristretto di persone, nel rispetto delle norme anti Covid. Il titolo del libro, scritto dagli alunni delle classi terze, è ripreso da una frase di Giovanni Falcone che rappresenta un invito rivolto a tutti, perché ognuno, nel suo piccolo, può sempre fare qualcosa per costruire una società più giusta fondata sull’onestà e non sul compromesso e sull’indifferenza. La professoressa ha decritto il percorso degli alunni durato due anni, iniziato con la lettura del libro di Luigi Garlando “Per questo mi chiamo Giovanni”, attraverso il quale hanno conosciuto Giovanni Falcone apprezzandone le doti di magistrato ma ma anche come semplice uomo che ha insegnato loro il coraggio della verità e l’importanza della tenacia e dell’impegno. 

Nello stesso anno la scuola ha partecipato a due concorsi nazionali promossi dall’Associazione Peppino Impastato – Adriana Castelli Milano e dalla Fondazione Falcone, dai titoli rispettivamente “Il fumetto dice No alla mafia” e “Li avete uccisi ma non vi siete accorti che erano semi”. Il bando invitava i ragazzi a riflettere sull’importanza della memoria storica del nostro Paese che da tempo è impegnato in una lotta durissima contro la mafia e proprio per non rendere vano il sacrificio di tante vittime che hanno impiegato la loro esistenza nel nome della legalità, veniva loro richiesto di realizzare dei fumetti che avessero come protagonisti uomini o donne che hanno messo in gioco la loro vita al servizio del bene comune. I ragazzi, guidati dalla professoressa Alessandra Perego, lavorando per piccoli gruppi in orario extracurricolare, hanno scelto di rappresentare attraverso i fumetti, in esposizione alla presentazione, le vite di: Giovanni Falcone, mediante le parole della sorella Maria, del giovane agente di Polizia Roberto Antiochia, che volontariamente si offrì di rientrare da Roma a Palermo per aiutare gli ex colleghi della Squadra mobile e, consapevole dei rischi, si offrì per fare da scorta a Ninni Cassarà e del commissario della Squadra Mobile di Palermo Beppe Montana. Attraverso i fumetti i ragazzi hanno inoltre voluto trasmettere messaggi di rispetto dell’altro e della diversità, di una sana convivenza civile nella cornice di un buon clima scolastico. Il concorso organizzato dalla Fondazione Falcone in occasione della celebrazione delle stragi di Capaci e di via d’Amelio dell’anno scolastico 2019-2020 ha ispirato una poesia, “Tutti contro l’ecomafia”, un racconto e il testo di una canzone. I lavori prodotti miravano a sensibilizzare il lettore al tema della difesa del territorio da ogni forma di illegalità riflettendo sui danni che le attività criminali causano all’ambiente e alla salute dei cittadini in nome di profitti illeciti. 

 Nell’anno scolastico 2020-2021, con la collaborazione della professoressa Gabriella Lapucci di Religione, gli alunni hanno conosciuto e approfondito la figura di don Pino Puglisi. L’esempio di quest’umile sacerdote dal sorriso contagioso sempre pronto ad accogliere tutti ha conquistato il cuore dei ragazzi tanto da ispirarli a comporre cinque degli otto racconti inseriti nel libro. Gli altri racconti richiamano la memoria degli insegnamenti che i giudici Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno trasmesso ai protagonisti. Ecco alcuni stralci dei discorsi tenuti dagli alunni durante la presentazione: “Per un adolescente riconoscere e accettare un mondo di regole è sempre un percorso difficile e faticoso. Noi ragazzi ci troviamo sempre più spesso nell’impossibilità di avere delle figure di riferimento in grado di diventare modelli in cui poterci identificare. Tutto ciò aumenta la sensazione di smarrimento e solitudine provocando evidenti situazioni d’isolamento e una forte tendenza all’individualismo. La legalità è un’opportunità in più per dare senso al nostro futuro. In tal senso, promuovere la cultura della legalità nella scuola significa educare noi alunni al rispetto della dignità della persona umana, attraverso la consapevolezza dei diritti e dei doveri.” 

Per noi è stato un modo alternativo per conoscere più a fondo gli eroi che ci hanno protetto per anni dalla mafia. Ci siamo resi conto che tutti possiamo e dobbiamo dare il nostro contributo, per quanto possa essere piccolo, sostenere la legalità è necessario e va fatto fin da ragazzi”. 

“Sono passati due anni dall'inizio della pandemia. Dovevano essere i più belli, tra gite e nuove esperienze. Il Covid-19 purtroppo ha bloccato tutto ma non ha interrotto la nostra voglia di scoprire, sperimentare, creare. In questi due anni abbiamo imparato una nuova modalità di vita che ci ha sconvolti. Malgrado questo siamo andati avanti e abbiamo realizzato questi due splendidi progetti: l'anno scorso i fumetti e quest'anno il libro”. 

“Il percorso sulla legalità mi ha fatto capire che non si può essere bravi in tutto. Ho sperimentato il gioco di squadra, chi era più dotato nell'inventare i racconti e chi nell'illustrarli, aiutandoci secondo le proprie qualità.” 

“Vorrei ringraziare la scuola che, con questi progetti, ci ha dato la possibilità di staccarci dall'uso stereotipato degli strumenti elettronici e vorrei fare un appello alle altre scuole, affinché siano attuati progetti simili. Posso dire che i miei sforzi sono stati ripagati con la soddisfazione di vedere il frutto del nostro lavoro.”




1 commento:

  1. Bellissima iniziativa. E' una grande opportunità che si offre ai ragazzi, quella di conoscere figure del nostro tempo, ma sconosciute ai più piccoli. L'Italia ha vissuto anni difficili, ma con l'esempio di questi uomini e mantenendo vivo il loro ricordo, le future generazioni potranno fare la differenza.

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