giovedì 10 settembre 2020

Un esorcista rivela: Borsellino e don Puglisi davano fastidio pure a Satana



Un esorcista rivela: Borsellino dava fastidio pure a Satana. E' una delle rivelazioni contenute nel nuovo libro del vaticanista Fabio Marchese Ragona. E si parla anche di don Pino Puglisi e del giudice Livatino

 


«Andava sempre in chiesa a pregare per i suoi ragazzi… È morto con quella Carne (l’Eucaristia) in bocca… Lo sapeva che doveva morire!». Queste incredibili parole che testimoniano la profonda fede del giudice Paolo Borsellino e la consapevolezza di andare incontro a un martirio certo non sarebbero state pronunciate da chi gli fu accanto fino a quel tragico 19 luglio 1992, ma dal demonio in persona, infastidito dalla presenza di quest’uomo simbolo della lotta per la giustizia durante un esorcismo praticato da un sacerdote siciliano, il 22 febbraio 2017.

C’è un capitolo dedicato al giudice ucciso con i suoi cinque agenti di scorta nella strage di Via D’Amelio, per la quale ancora si cercano verità e giustizia, nell’ultimo libro del vaticanista del gruppo Mediaset, Fabio Marchese Ragona, «Il mio nome è Satana. Storie di esorcismi dal Vaticano a Medjugorje», con prefazione di fra’ Benigno (San Paolo, pp. 256, euro 16), che va oggi nelle librerie. In questo viaggio-inchiesta nel complesso mondo della lotta contro il maligno, l’autore prova a dimostrare che il diavolo esiste, cercando prove, interrogando testimoni. Tra i documenti consultati per questo lavoro Marchese Ragona ha potuto «visionare le trascrizioni di alcuni rituali compiuti in Sicilia da un serio e attento sacerdote che, con grande sorpresa, ha sentito in più occasioni il demonio nominare proprio il magistrato antimafia. A dire del maligno, Borsellino era lì, presente, intento a pregare per la persona posseduta, anch’essa dotata di un alto senso della giustizia». «Secondo il racconto di alcuni esorcisti, durante i rituali possono esser nominate dal maligno altre figure che hanno comunque vissuto una vita di fede, pur non ostentandola» dice l’autore, «anche allo scopo di confondere il sacerdote».

L’esorcista parla di questa sua personale esperienza. Pare che ci fosse anche un altro giudice, probabilmente Rosario Livatino, per il quale è in corso il processo di beatificazione. La presenza di Borsellino sarebbe continuata dal 2016 al 2019. «Va e viene» dice il demonio, «sta cominciando a rompere… Sapeva che doveva morire e pregava sempre quello!... lo immaginava… Andava sempre dai pretacci… Io odio chi ama la giustizia! E chi ama Lui». E in un’occasione viene segnalata dal demonio anche la presenza di don Pino Puglisi, ucciso nel 1993 e oggi martire della Chiesa: «In questi giorni ha rotto pure Pino… palermitano di m…!».

L’esperienza di fede del giudice, coltivata nel privato e divenuta stella polare per la sua coerenza di vita, è stata più volta evidenziata da sacerdoti che lo hanno accompagnato nella sua coraggiosa esistenza. Il nome di Borsellino, per volere di Giovanni Paolo II, è stato inserito nell’elenco dei martiri di ogni tempo, in occasione del Giubileo del 2000. E don Cosimo Scordato, che ogni anno ha celebrato la messa di commemorazione delle vittime di Via D’Amelio, proprio nel 2019 disse: «È nostro dovere chiedere per Paolo Borsellino un processo di beatificazione. Ci sarebbero gli estremi per considerarlo martire nel senso evangelico». «Si può considerare un “martyrium in odium justitiae” – disse il teologo - perché la giustizia (non in senso di adempimento di una legge ma in senso pieno), come una cosa che ha diritto di esistere, è un nome di Dio». 

Alessandra Turrisi

Giornale di Sicilia 10 settembre 2020


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