sabato 13 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/11 - PADRE PUGLISI: UNA CAUSA DI BEATIFICAZIONE STORICA

Oggi il post quotidiano è dedicato alla storia della causa di beatificazione, che si è conclusa il 25 maggio del 2013 con la grande festa al Foro Italico di Palermo davanti a 80 mila persone. Don Pino è la prima vittima della mafia a diventare beato della Chiesa cattolica.
La causa per il riconoscimento del martirio di don Giuseppe Puglisi è stata iniziata a livello diocesano nel 1998, a cinque anni dal delitto (il minimo previsto), per volere del cardinale Salvatore De Giorgi, allora arcivescovo di Palermo. Il 15 settembre 1999 si insedia il Tribunale ecclesiastico. 



I componenti del Tribunale sono: don Giorgio Scimeca (delegato arcivescovile), mons. Domenico Mogavero (postulatore), don Vincenzo Talluto (promotore di giustizia), Agostina Ajello (notaio). I componenti della Commissione diocesana per l'istruttoria preliminare sono:
mons. Salvatore Di Cristina, don Francesco Michele Stabile, mons. Francesco Pizzo, don Francesco Conigliaro, don Mario Golesano, mons. Carmelo Cuttitta, don Giorgio Scimeca, Agostina Ajello e Francesco Deliziosi. La raccolta di documenti e testimonianze si è conclusa il 6 maggio 2001 e l'incartamento è poi passato all'esame della Congregazione per le cause dei Santi in Vaticano.

Ha redatto interamente la Positio, presentata in Vaticano nel 2006 per la discussione dei teologi della Congregazione, don Mario Torcivia, che così scrive in uno suo recente studio:
"Don Pino non è stato ucciso solo per l'amore per Cristo, la testimonianza presbiterale resa nella parrocchia di Brancaccio, lo stretto legame instaurato tra evangelizzazione e promozione umana, l'affermazione della radicalità dei valori evangelici e della coerenza tra annuncio evangelico e testimonianza di vita, la donazione totale della vita per il Signore e i fratelli, l'impegno di educatore delle coscienze, specie quelle delle giovani generazioni, la franchezza nel dire la verità, l'attività di promozione sociale, la "provocazione" allo stile malavitoso del quartiere Brancaccio, il deciso impegno per la dignità e la promozione dell'uomo, ma è stato ucciso dall'organizzazione criminale mafiosa "in odium fidei" anche per due motivi alti:
Primo perché, uccidendo don Puglisi, la mafia ha voluto colpire l'intera Chiesa italiana.
Secondo, motivo più profondo, perché la mafia in quanto forma di ateismo pratico, nonostante la parvenza religiosa, è e si mostra avversa alla fede cristiana.
"
Nel 2010 è stato nominato dal cardinale Paolo Romeo il nuovo postulatore, mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro e agrigentino d'origine, che ha prodotto nuove testimonianze e documenti per rispondere alle richieste di approfondimento della Congregazione. Ho avuto l'onore di collaborare a queste ricerche e mi è stata richiesta una testimonianza scritta.
Ha detto mons. Bertolone: "L’uccisione di  Puglisi, che fa seguito all’intervento fortissimo  del maggio  1993 di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi, segna uno spartiacque tra un “prima” ed un “dopo”.  Se fino a quel momento molte cose non si comprendevano riguardo la vera natura della mafia, dopo,  grazie anche alla ricchissima letteratura edita  soprattutto in Sicilia  sul fenomeno mafioso,  in pratica conosciamo quasi tutto. Non possiamo più non prendere posizione sia a livello civile, sia a livello ecclesiastico  riguardo  un’organizzazione che è in sé antievangelica e  atea.  Il messaggio del Vangelo non ha niente da spartire con la natura e la realtà della mafia.  La beatificazione deve portare tutti ad una riflessione sincera, autentica, profonda per non  correre il rischio di essere criticati, e  come diceva Sciascia,  di passare per persone che fanno antimafia solo verbale, ma dobbiamo concretizzarla, incarnando il messaggio evangelico.  A livello ecclesiale significa che un credente non può assolutamente fare parte della mafia, sotto nessuna forma, non può avere atteggiamenti mafiosi, di prevaricazione, di privilegio. Un credente deve agire secondo il  Vangelo, sapendo che  così operando   fa già  antimafia".

giugno del 2012 la Congregazione ha dato l'assenso finale alla promulgazione del decreto per il riconoscimento del martirio di don Puglisi. Il 25 maggio del 2013 la beatificazione a Palermo.
Il riconoscimento del martirio avviene senza l'accertamento di un miracolo, una guarigione inspiegabile. Se in futuro dovesse esserci una segnalazione del genere e dopo i dovuti accertamenti, il beato viene riconosciuto santo della chiesa cattolica.
In questo link un servizio radiofonico degli amici agrigentini di Radio Concordia che hanno intervistato me e il postulatore, mons. Vincenzo Bertolone. Ecco l'audio.



http://www.youtube.com/watch?v=JlEGX8jK40Q


2 commenti:

  1. Grazie Francesco!
    Dall'incontro di sabato 29 marzo a Sciacca, ho ricevuto un raggio di luce, come "il cieco nato" del Vangelo. Sono convinta che tanti sono rimasti colpiti, come me, dal tuo sguardo sereno, dalla semplicità, spontaneità e convinzione con cui hai parlato del VANGELO, non solo vissuto da 3P, ma sperimentato nella tua vita. Grazie! e Buona Missione! Un ricordo vicendevole nella preghiera. Con stima.
    Maria Vega Educatrice Missionaria P. Kolbe.

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  2. Un esempio da seguire,grazie don Pino.
    Tonino Puccio

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