giovedì 21 gennaio 2016

I VESCOVI SICILIANI: BASTA "INCHINI" NELLE PROCESSIONI

Mons. Salvatore Gristina, arcivescovo di Catania

Il nuovo presidente dei vescovi siciliani, mons. Salvatore Gristina, interviene per ribadire l'attenzione e la vigilanza che la Chiesa deve avere nell'impedire "inchini" delle processioni davanti alla casa dei boss. Così come occorre lavorare molto nella formazione di chi fa parte delle confraternite per evitare infiltrazioni. Una presa di posizione decisa ed esplicita dopo gli ultimi casi. E in questo blog ricordiamo come tra i gesti di rottura operati da padre Puglisi a Brancaccio all'inizio degli anni Novanta ci sia stato subito il cambiamento del percorso della processione e della "Via Crucis" per evitare soste davanti alla casa dei boss del quartiere (Per chi vuole approfondire ecco il  link  a un altro articolo sul tema).



Vigilare sulle feste patronali perché episodi di infiltrazioni mafiose non debbano più accadere, ma «lavorare molto anche sulla formazione di chi fa parte delle confraternite». Il nuovo presidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Salvatore Gristina, che è anche arcivescovo di Catania, torna sul recente «inchino» di due «cerei» votivi davanti alla casa di un boss a Paternò per la festa di Santa Barbara, su cui sono intervenute le forze dell’ordine, e ribadisce unità e continuità da parte dei vescovi siciliani nella condanna del fenomeno mafioso. «In quel caso non si trattava di un momento strettamente religioso - chiarisce monsignor Gristina, nella sua prima uscita pubblica da nuovo presidente della Cesi -. Il giorno della festa di Santa Barbara io sono andato a celebrare a Paternò e, insieme a tutti i sacerdoti, ho detto come non vogliamo che le manifestazioni religiose siano inquinate da fenomeni di questo tipo. Ci siamo dissociati da quanto avvenuto e abbiamo ringraziato le forze dell’ordine per quello che fanno e perché fatti del genere non si ripetano più».
Un problema che, purtroppo, ha riguardato nel tempo confraternite e feste patronali in varie zone della Sicilia, anche a Palermo. «Sulla mafia non si transige - ha aggiunto monsignor Carmelo Cuttitta, segretario della Cesi e oggi vescovo di Ragusa, dopo molti anni trascorsi da ausiliare a Palermo -. Sulla questione degli ”inchini” bisogna stare attenti a non buttare il bambino con l’acqua sporca. Da parte dei vescovi c’è una vigilanza costante, ma l’episodio può accadere».
A margine della sessione invernale della Cesi, che si è svolta a Palermo, il presidente dell’assemblea dei vescovi siciliani si è soffermato sul ruolo di questo organismo pastorale, sul cammino svolto dai tempi del cardinale Pappalardo ad oggi, sui convegni ecclesiali, sui temi sociali, economici e politici che hanno spesso fatto sentire alta la voce dei vertici diocesani. «Il momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato dalla crisi economica che investe tante famiglie, dalla disoccupazione che costringe i giovani a cercare altrove prospettive per un futuro migliore, ci spinge ad un supplemento di slancio solidale, perché la nostra gente ritrovi risorse ed energie per risollevarsi dalla crisi - ha precisato -. In questo anno giubilare, ricco di iniziative verso le antiche e nuove povertà, possano le nostre Chiese essere segno profetico di quella carità che è il linguaggio più autentico dello Spirito». Importante il ruolo delle diocesi nell’assistenza dei migranti giunti sulle coste siciliane: «Oggi questa è un’emergenza - ha proseguito Cuttitta - e il nostro ruolo è chiaro: parliamo di accoglienza senza se e senza ma. Le nostre Chiese hanno speso moltissime risorse, anche dell’8 per mille, per accogliere migranti e oggi, grazie al supporto delle Caritas, anche alcune famiglie stanno ospitando questi fratelli che fuggono dall’Africa».
Ai lavori della Cesi hanno preso parte per la prima volta anche il nuovo arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, e il nuovo eparca di Piana degli Albanesi, monsignor Giorgio Demetrio Gallaro. È stato eletto vicepresidente monsignor Vincenzo Manzella, vescovo di Cefalù, e sono state affidate alcune deleghe rimaste vacanti: vita consacrata a monsignor Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta; Beni culturali ecclesiastici a monsignor Gallaro; Laicato a monsignor Lorefice.
Alessandra Turrisi
Giornale di Sicilia 21 gennaio

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