martedì 6 ottobre 2015

"PADRE PUGLISI, IL MIO PIU' CARO AMICO"

L'insegnante Enza Maria Mortellaro è stata una delle persone più vicine a padre Pino Puglisi, il suo professore al liceo, il suo più caro amico. In questo articolo rievoca il rapporto col sacerdote, dall'esperienza tra i banchi alla partecipazione ai campi scuola degli anni Ottanta. Fino all'ultimo incontro nella sede del Centro diocesano vocazioni nel settembre 1993, poco prima dell'omicidio. Insieme con il gesuita padre Carlo Aquino, Enza Maria è anche autrice del volume "Il samurai di Dio".

di Enza Maria Mortellaro




Enza Maria Mortellaro durante una testimonianza in una scuola

Era il mio più caro amico. Un amico dolce, che sapeva capirmi perchè mi guardava con uno sguardo pieno di tenerezza, un amico che mi ha tirato su dalla fossa della disperazione, dell’angoscia, del non senso della vita e delle cose.

L’ho conosciuto al Vittorio Emanuele; fu mio professore di religione, proprio durante gli anni in cui vivevo in maniera più critica la mia crisi esistenziale dovuta anche ad un’impostazione errata dl fede che mi presentava un Dio giudice del quale bisognava aver paura perchè aveva il potere di mandarti all’inferno. 
Poi, un giorno, questo prete propose alla classe di partecipare ad un campo estivo che aveva come tematica: "Che senso ha la mia vita?". Proprio quello che io mi chiedevo. 
E così, poiché mi ero già date le mie risposte, mi sono detta: “Vediamo che ha da raccontarmi questo prete”, e sono andata. 

A Mezzojuso, lì dove ci recammo per fare questa esperienza, i miei pregiudizi nei suoi confronti furono messi subito in discussione. 
lo che ero cresciuta con l’idea che anche i preti erano persone da temere, perchè “avevano il potere di mandarti o no all’inferno”, io che guardavo i preti come quella categoria di persone da “rispettare”, da “osannare”, “per potere riscuotere la loro simpatia”, io che pensavo che il prete sapesse parlare solo di come “potevi farti suora o prete”, e che parlare con lui significava avere intenzione di questo genere, fui messa subito in discussione. Il mio professore di religione, prete pure lui, era tutta un'altra cosa. 


Padre Puglisi serve a tavola durante i campi scuola

Avevamo i turni dl servizio, essendo, il nostro, un campo autogestito, e lui non era stato inserito nel calendario, però durante l’intera durata del campo era lui che affettava i salumi, andava a buttare la spazzatura, serviva a tavola, andava a chiudere i cancelli la sera, faceva la spesa, riempiva l’acqua ecc.ecc. 


Padre Puglisi in cucina


E ancora: sapeva raccontare le barzellette, sapeva un’infinità di battute comiche, sapeva anche ridere di gusto e poi giocare, cantare, nonostante credesse di essere stonato. 
Padre Pino travolto dall'ilarità....

E poi amava tanto la natura, perchè diceva che il nostro Dio invisibile si manifesta nelle sue creature visibili. Abbiamo fatto tante e tante scalate insieme. 
Escursione di notte

Di notte si partiva, in fila indiana, e lui col sacco sulle spalle e il bastone, ci guidava per quei sentieri bui che già aveva perlustrato e ci taceva ammirare la luna e le stelle, le ranocchie e i fiori che si incontravano o ancora le farfalle o gli insetti strani. 
E gli piaceva molto cantare in quelle occasioni: “Conducimi Tu, luce gentile, conducimi nel buio che mi stringe, mi basta un passo, solo il primo passo...”. E poi finalmente si arrivava in cima al monte e lì, dopo un’abbondante colazione, si contemplava li sorgere del sole recitando le lodi. 

L’Eucaristia era il fulcro della sua vita e lui la celebrava ogni giorno perchè - diceva - “non ne posso fare a meno”; “io sono sacerdote perchè amo celebrare l’Eucaristia”. 

Amava molto ha parola dl Dio ed era innamorato della figura dl Cristo, soprattutto della sua umanità, con la quale lui si confrontava sempre e invitava pure noi a fare altrettanto. 
Ricordo quanto amasse il Vangelo di Luca, perchè diceva: “Soprattutto questo evangelista sa delineare in maniera tanto delicata i tratti umani della figura di Cristo” e amava tanto anche il brano delle Beatitudini che tante e tante volte ci ha proposto per la nostra riflessione. 

La sua era una presenza discreta ma profonda, per nulla insistente, sincera e disinteressata. 
Ci ha insegnato a pregare, e quando ci ha proposto come metodo di preghiera la lectio divina, ci diceva che il primo atteggiamento da assumere nei confronti dl Dio era quello del “ringraziamento” per tutti i doni che Lui ci aveva dato, per il dono della Sua Presenza. 

Le sue parole erano semplici e soprattutto quando parlava di Dio, il tono della sua voce diventava più dolce e più sommesso. E così ci ha insegnato a non temere il nostro Dio, perchè lui diceva che Gesù stesso si era rivolto al Padre chiamandolo Abbà cioè paparino mio; e allora come potevamo avere paura di questo Dio così pieno dl tenerezza per i suoi figli? 

A poco a poco il “prete” di cui avevo paura, mi si è rivelato amico, dicevo prima il mio più caro amico. Conosceva tutti i miei pensieri, tutte le mie paure, le mie ansie, i miei scoraggiamenti, e mi ripeteva sempre “io ti voglio bene, ma Lui te ne vuole molto di più”. 
E mi ha insegnato pure questo: mi ha insegnato a fidarmi di LUI, mi ha guidato verso il Sole che mi indicava giammai con i “discorsi” ma con la sua vita, e io ormai la sua vita la conoscevo molto bene. 

E’ stato detto, avrà avuto intimidazioni, telefonate.., chissà come si sarà sentito solo! 
Sono convinta pure io che le intimidazioni siano arrivate, ma sul fatto dl essersi sentito solo, questo non lo penso affatto. 
L’ultima volta che ci siamo visti era luminoso, raggiante di luce, e mi disse: ”...però non devi essere triste...”.
E io ho risposto: “3P, io non sono triste, solo ho paura...”.
E lui: “e non devi avere paura, perchè Lui è con te e ti vuole bene e anch’io te ne voglio tanto e ti vorrò bene per sempre”. 

Ed è vero, ora che lui è nella gloria di Dio, io non mi sento triste, infatti gioisco pienamente, perchè so che finalmente ha incontrato il Sole, quel Sole che tanto amava e che ci ha insegnato ad amare. 

Sento dentro, nonostante il grande turbamento per quanto è successo, una serenità prepotente, che mi dà la forza di sorridere ancora, che mi dà il coraggio di dire con fede: “lo credo Signore e fidando nella tua Parola continuerò ad amarti e a lodarti tutti i giorni della mia vita, e chissà se anch’io potrò essere strumento nelle tue mani per suscitare negli altri la nostalgia di Te e del Tuo Amore”.

3 commenti:

  1. Beati coloro che hanno avuto la gioia di vivere la presenza di questo grande sacerdote. Penso che il loro cuore sia ricolmo di tanta riconoscenza e gratitudine, che bello! È vero quando si dice che chi trova un amico, trova un tesoro! Soprattutto che questo tesoro si trova in Cristo Gesù nostro Signore!
    Priscilla Aquila

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  2. professoressa straordinaria
    Roberto Tripodi

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  3. Un bacione da Godrano,carissima Enza,grazie di questa bellissima testimonianza, il legame con il nostro carissimo 3P per me è altrettanto forte nonostante l'esperienza con lui, l'ho avuta da piccola, ma si è creato un legame per la vita e oltre nella Vera VITA perché lo sento vicino sempre in maniera paterna e guida amorevole.
    Enza Barbaccia

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