mercoledì 27 agosto 2014

COSI' PADRE PUGLISI SBARR0' LA STRADA ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE NELLE PROCESSIONI

SCELTE CHIARE PER DEPURARE LA DEVOZIONE POPOLARE DALLE INFILTRAZIONI

Il recente caso di Oppido con l'inchino della statua della Madonna al boss locale e le ferme prese di posizione di Papa Bergoglio durante la visita in Calabria offrono lo spunto per un ricordo di come padre Puglisi affrontò la questione in diversi momenti. Per tutta la vita, infatti, don Pino cercò di depurare la devozione popolare dalle infiltrazioni mafiose e, a Brancaccio, allontanò il comitato che organizzava processioni e feste per il patrono San Gaetano. Cambiando anche il percorso della processione che si fermava davanti alla casa dei fratelli Graviano, i boss del quartiere. 
A chi gli proponeva feste di piazza con show di cantanti e fuochi pirotecnici, ebbe a dire: "Qui la gente muore di fame e voi mi proponete iniziativa che costano decine di milioni? Nulla di queste idee ha a che fare con la religione".


A proposito di processioni, riporto un brano del mio libro "Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso", in cui si approfondiscono le sue scelte, già nette nel periodo degli anni Settanta in cui fu parroco a Godrano. Un paese della provincia di Palermo, scosso da una sanguinosa faida tra clan che aveva provocato diversi omicidi:

"...Un altro fronte di polemiche si aprì per le processioni. In occasione della festa del patrono, San Giuseppe, padre Pino osservò una strana abitudine: tutti infilavano banconote nella fascia che ornava la statua. «Chi vuole dare offerte, le porti in chiesa», disse gelido e lo strano rituale finì lì. Incautamente un parrocchiano sfidò ancora la pazienza di "3P". E insisteva per abbellire con alcuni campanelli d'argento il Cristo che veniva portato per le strade del paese. «Va bene. - sbottò il sacerdote - Però i campanelli li devi mettere pure tu».
Tra i bambini di Godrano c'era anche Carmelo Cuttitta, poi segretario del cardinale Pappalardo mentre padre Pino era a Brancaccio e vescovo ausiliare del Cardinale Paolo Romeo. Ha scoperto la vocazione con "3P" e durante gli studi a Palermo è cresciuto nella casa di piazzale Garibaldi, accolto come un figlio dai Puglisi. Sulle feste religiose ricorda: «Da parroco padre Pino non era contrario alle processioni in sé, ma voleva opporsi ad ogni forma di prepotenza. Per questo contrastò il passo a certi organizzatori che spadroneggiavano nei giorni della festa e poi per il resto dell'anno non mettevano piu' il naso in chiesa».
«Estromessi gli elementi negativi, - continua monsignor Cuttitta - padre Pino ha poi riempito di contenuti spirituali le sue processioni. Ed è una novità che si è radicata. Ancora oggi a Godrano in queste occasioni non manca mai la lettura della parola di Dio, il momento della preghiera, il canto religioso. Negli anni Settanta era tale la novità che persino dai paesi vicini venivano ad osservare questo nuovo modello di rito, nettamente alternativo a quello popolare di vecchio stampo"

 (dal capitolo 6).

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