venerdì 12 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/10 - LE INCHIESTE: PADRE PUGLISI ERA DALLA PARTE DELL'ONESTA'



Il post di oggi è dedicato alle inchieste sull'omicidio di padre Puglisi, avvenuto il 15 settembre del 1993 sotto casa, a piazzale Anita Garibaldi. Per il delitto sono stati istruiti a Palermo due processi già arrivati da anni alla sentenza definitiva della Corte di Cassazione.
Come mandanti sono stati condannati all'ergastolo i boss di Brancaccio dell'epoca, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Come esecutori il carcere a vita è stato inflitto a Gaspare Spatuzza, Nino Mangano, Cosimo Lo Nigro, Luigi Giacalone, tutti detenuti.

giovedì 11 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/9 - LA PASSIONE PER IL RISCATTO DEGLI EMARGINATI



Con il post di oggi ci occupiamo di uno degli aspetti meno conosciuti dell'attività sacerdotale di padre Puglisi: la sua esperienza allo Scaricatore negli anni Settanta.
Si tratta di un fazzoletto di terra a destra di via Tiro a Segno, la strada che collega corso dei Mille con piazza Sant'Erasmo. Ancora oggi un muro nasconde questa spianata, vicina al letto del fiume Oreto, che in quegli anni ospitava una bidonville. Tante casette di una sola stanza, con i muri di pietre rabberciate, tenuti insieme da assi di legno e lamiere.

mercoledì 10 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/8 ERA INNAMORATO DI GESU'




Il post di oggi collega quanto scritto ieri sul perdono alla fonte d'ispirazione principale di padre Puglisi: come avrete capito è il Vangelo e quindi Cristo stesso.

Per i volontari della parrocchia e per i giovani sacerdoti che gli chiedevano consiglio, 3P aveva pronta una risposta semplice. Ecco il metodo da adottare:
"Dovete far vedere di essere innamorati di Gesù e la gente vi verrà dietro, altrimenti non vi staranno a sentire".

martedì 9 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/7 IL PERDONO


Dopo avere esaminato il metodo educativo di padre Puglisi in tre tappe, oggi esamineremo uno dei principali "fili rossi" del suo insegnamento, che si ritrova da Godrano a Brancaccio: il perdono.
A Godrano, paese in cui 3P lavorò negli anni Settanta, le famiglie erano lacerate da una faida che aveva provocato diversi omicidi. Il nuovo parroco tentò di scardinare i muri di ostilità con l'esperienza dei cenacoli (in collaborazione con il movimento Presenza del Vangelo e altri amici).
La riflessione di padre Pino iniziava dall'etimologia della parola: per-dono. La particella "per" anteposta esprime un potenziamento del dono (in greco "uper", in latino "super").

lunedì 8 settembre 2014

LE MANIFESTAZIONI DI QUEST'ANNO PER L'ANNIVERSARIO

Il comunicato diffuso dal Centro Padre Nostro oggi col programma delle manifestazioni:
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A 21 anni dalla barbara uccisione del Beato Giuseppe Puglisi, assassinato dalla mafia il 15 settembre 1993 a Palermo, il Centro di Accoglienza Padre Nostro da Lui fondato, in collaborazione con la Parrocchia San Gaetano e Maria SS. Del Divino Amore di Brancaccio e la Congregazione delle Maestre Pie Venerini, rendono noto il programma delle manifestazioni in Sua memoria.

Il primo appuntamento prevede, Mercoledì 10 settembre alle ore 10.00, la proiezione, all’interno della Casa Circondariale Ucciardone di Palermo, del film “Brancaccio”, ispirato alla vita del Beato Puglisi.

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/6 OGNI UOMO HA UNA VOCAZIONE





Oggi terzo post dedicato al metodo di padre Puglisi dopo quello sull'ascolto e quello sulla vita comunitaria.
Siamo al cuore del carisma di educatore di 3P che dedicò tutti gli anni Ottanta all'incarico di responsabile del Centro diocesano vocazioni (Cdv) a Palermo, diventando poi responsabile per la Sicilia di questi centri e consigliere nazionale del Centro vocazioni italiano.

Nella sua attività padre Puglisi si mosse in perfetta sintonia con il Concilio Vaticano II che ampliò moltissimo il concetto stesso di vocazione.
Non solo esiste la vocazione sacerdotale, ma ogni uomo avverte una propria vocazione che è il particolare carisma che lo Spirito infonde in noi.
E' ciò che il buon senso popolare esprime con frasi del genere:
"Si vedeva da piccolo che era nato per fare il musicista".
Oppure: "Era destino che diventasse un insegnante"
...Solo che non si tratta di destino ma di una chiamata di Dio!

domenica 7 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/5 I CAMPI SCUOLA DI PADRE PUGLISI




Il post di oggi dedicato a padre Puglisi prosegue il percorso nel suo metodo iniziato ieri con la prima fase, quella dell'ascolto.

Quando 3P vedeva accendersi nei ragazzi una scintilla, un desiderio di andare oltre il periodo iniziale di ansia o solitudine, proponeva una serie di incontri comunitari, ai quali potevano anche aggiungersi giovani segnalati dalle parrocchie o dagli insegnanti di scuole superiori. 
Questa fase copre gli anni della sua attività dal 1983 (dopo la mostra vocazionale a Palazzo Arcivescovile) fino agli inizi degli anni Novanta.
Il campo-base era intitolato "Sì, ma verso dove?", uno slogan del Centro nazionale vocazionale che padre Puglisi aveva fatto suo insieme con l'immagine del pellegrino che si avvia verso un sole rosso.

sabato 6 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/4 IL METODO EDUCATIVO IN TRE FASI






Con il post di oggi entriamo nel cuore del carisma di educatore di padre Puglisi. Si può individuare un metodo in tre fasi: l'ascolto, l'esperienza di vita comunitaria (i campi scuola), la scelta vocazionale.

Sull'ascolto sappiamo che 3P, con molta autoironia, scherzava sulle sue grandi orecchie a sventola: "Servono - diceva ai ragazzi - ad ascoltarvi meglio...". Così le mani grandi servivano per accarezzare meglio, i piedi grandi per camminare più velocemente e raggiungere subito chi gli aveva inviato una richiesta di aiuto. Agli alunni più impertinenti che - a questo punto - gli chiedevano a cosa servisse quella testa pelata che aveva, lui in modo serafico rispondeva: "A riflettere meglio la luce divina".

venerdì 5 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/3 SANTITA' E LEGALITA' VANNO DI PARI PASSO








Nei precedenti post abbiamo visto come padre Puglisi si rese subito credibile agli occhi della gente di Brancaccio con la sua scelta di povertà francescana non sbandierata, ma vissuta con convinzione evangelica. 
Nella consapevolezza che i veri valori cristiani non sono quelli del potere e del denaro, che invece la mafia imponeva con la violenza nel quartiere.

Con coerenza il nuovo parroco mise alla porta gli organizzatori di feste pseudo-religiose che costavano decine di milioni di lire ("Qui la gente muore di fame e queste vostre idee non c'entrano nulla con la religione"). E cambiò pure il percorso della processione per evitare di fermarsi davanti alla casa dei boss. Una riflessione di grande attualità visti i fatti di Oppido in Calabria con l'inchino della statua della Madonna.

giovedì 4 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/2 UN PRETE POVERO E PER I POVERI




Dopo aver parlato di ascolto, oggi voglio approfondire la scelta di povertà di padre Pino.
Un tema tornato d'attualità, all'interno del clero, dopo che Papa Francesco ha detto di volere "una Chiesa povera e per i poveri". 

3P non aveva conto in banca, viveva in una casa popolare in affitto piena solo di libri, aveva una Fiat Uno comprata al mercato dell'usato. Il suo stipendio di insegnante serviva a pagare il mutuo che era stato acceso per acquistare la palazzina del centro Padre Nostro. Ciò che rimaneva era diviso per i mille bisogni dei suoi parrocchiani.

mercoledì 3 settembre 2014

UN POST AL GIORNO VERSO IL 15 SETTEMBRE/1 LA CAPACITA' DI ASCOLTO



Da oggi e fino al 15 settembre, data dell'omicidio di padre Puglisi, un post al giorno su questo blog cercherà di raccontare la sua personalità e il suo carisma. Ne verrà fuori un ritratto a tutto tondo, partendo dall'ispirazione evangelica, dalla scelta di povertà francescana, per poi passare al metodo educativo del parroco-martire, alle vicende di Brancaccio e al percorso della causa di beatificazione. Analizzando anche l'importanza storica del riconoscimento del martirio.
(francesco deliziosi)
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GRANDI ORECCHIE PER ASCOLTARE

Cominciamo oggi dalla sua capacità di ascolto, una delle caratteristiche che chiunque lo abbia conosciuto potrà confermare. Il simbolo di questa dedizione all'altro erano le sue grandi orecchie a sventola che si vedono in ogni sua foto. Tanto che padre Pino stesso ci scherzava su e ai suoi alunni confermava: "Sono così grandi per ascoltarvi meglio...".


lunedì 1 settembre 2014

SOLIDARIETA' E UN PENSIERO AFFETTUOSO PER DON LUIGI CIOTTI/ECCO UN SUO SCRITTO SU PADRE PINO PUGLISI


  1. Dopo la diffusione della notizia delle minacce di morte da parte di Totò Riina, solidarietà anche da parte mia a don Luigi Ciotti che ho avuto modo di conoscere sia a Palermo che in occasione della sua scelta di scrivere la prefazione alla mia biografia su don Puglisi. Ecco la riflessione del fondatore di Libera sulla lezione che a tutti noi e alla Chiesa deve arrivare dal sacrificio di padre Pino Nelle intercettazioni leggiamo anche che a Riina aveva dato fastidio la decisione del parroco di non limitarsi "a fare le messe" mettendo così in discussione il potere della mafia sui giovani e sul territorio di Brancaccio. Così come a Papa Giovanni Paolo II (nella foto con don Pino) Riina rimprovera quello storico discorso della Valle dei Templi che segnò lo spartiacque anche per la Chiesa e che padre Puglisi accolse - commosso -  come uno sprone ad andare avanti. Ebbene, oggi a tutti i sacerdoti e a tutti i cristiani e laici - per fedeltà all'insegnamento di padre Pino - viene chiesto proprio di proseguire su questa strada, "fuori dall'ombra del campanile", come sta facendo da anni don Ciotti, soprattutto con la sua battaglia per la confisca dei beni ai mafiosi.

domenica 31 agosto 2014

UN BLOG PER RICORDARE E FAR CONOSCERE PADRE PUGLISI


Il Vangelo, la mafia, le periferie. Raccogliere memorie e testimonianze,  riflettere sul cammino della Chiesa e della società civile



Ma chi era davvero padre Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993? Un uomo dalla fede incrollabile e un maestro di spiritualità, un educatore dei giovani e un punto di riferimento per le famiglie. Ma anche un prete di frontiera che, per non tradire la fedeltà al Vangelo, seppe portare avanti le sue scelte in un territorio dominato dalla mafia. Fino all’estremo sacrificio. Il 25 maggio del 2013 la Chiesa lo ha riconosciuto come martire e proclamato beato.
Il giorno in cui l'ammazzarono, padre Puglisi se lo aspettava. Come nel romanzo di Garcia Marquez, la sua fu una morte annunciata. Accolse i suoi carnefici con un ineffabile sorriso, sotto casa. E disse proprio così: "Me lo aspettavo". E infatti aveva già subito minacce di morte, lettere anonime, danneggiamenti, aggressioni. Avevano bruciato le porte di casa a tre volontari dell'associazione intercondominiale che l'aiutava in parrocchia. Lui aveva commentato: "Non ho paura di morire se quello che dico è la verità". Entrambi gli assassini, Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza, sono oggi collaboratori della giustizia. Hanno raccontato quell'ultimo sorriso e oggi dicono che, stravolti da quel ricordo, si sono convertiti.

MAFIA, CHIESA E SUD: COME SONO SIMILI LE SCELTE DI PAPA BERGOGLIO E DI PADRE PUGLISI

ECCO I PUNTI DI CONTATTO TRA LA PASTORALE DEL PARROCO E LE INDICAZIONI DI FRANCESCO
di Francesco Deliziosi


Sarebbe piaciuto a Papa Francesco un prete come Pino Puglisi. Un prete povero che voleva una Chiesa per i poveri. E che venti anni fa versò il suo sangue sul marciapiedi sotto casa a Palermo, come il buon pastore che non fugge davanti ai lupi per difendere il gregge. Il parroco di Brancaccio conosceva “l’odore delle sue pecorelle” (altra splendida espressione di Bergoglio) e sapeva dove cercarle: nei vicoli sporchi, nei tuguri senza fognature. Radunava i ragazzini del quartiere e li portava al Centro Padre Nostro. Riuniva i volontari e andava al Comune o dal prefetto per chiedere una scuola media, strutture sportive, servizi sociali. E diceva, con semplicità: ciò che è un diritto non si deve chiedere come un favore. A tutti proponeva i valori cristiani dell’amore e della solidarietà, alternativi a quelli mafiosi della violenza e della sopraffazione.