domenica 6 settembre 2020

Le manifestazioni a 27 anni dall'omicidio


 

Il 15 settembre del 1993 veniva ucciso dalla mafia don Pino Puglisi. A 27 anni dal delitto la Diocesi di Palermo e il Centro di accoglienza Padre Nostro, nonostante i problemi legati al Covid, hanno voluto comunque organizzare un cartellone di appuntamenti per fare memoria del suo sacrificio. Tutte le iniziative verranno allestite nel rispetto delle norme di sicurezza e dovranno essere osservate le regole sul distanziamento anche per la celebrazione in cattedrale martedì 15 settembre, quando alle 18 mons. Corrado Lorefice celebrerà la messa. Ecco il dettaglio delle manifestazioni.

sabato 11 luglio 2020

Da sconosciuto prete di periferia agli altari




di Francesco Deliziosi

Da sconosciuto prete di periferia a Beato della Chiesa cattolica, citato più volte da tre Papi in Sicilia. Padre Pino Puglisi, 3P per i suoi giovani, si sarebbe di certo schermito, opponendo uno dei suoi proverbiali sorrisi a cotanto omaggio ecclesiale. Nella sua modestia avrebbe preferito restare tra i suoi bambini di Brancaccio piuttosto che ascendere agli altari. Infatti, quando qualcuno gli si avvicinava chiamandolo "monsignore...", rispondeva: "Monsignore lo dici a tuo padre", anzi "a to' patri". Ma i mafiosi che lo affrontarono sotto casa il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno, non gli diedero scelta, uccidendolo con un colpo alla testa.

domenica 14 giugno 2020

Patronaggio: la lezione di don Pino, ridare dignità alle persone oppresse dalla mafia


In una importante intervista di approfondimento all'Osservatore Romano, il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio (che condusse le indagini sull'omicidio di don Pino insieme con il collega Lorenzo Matassa) analizza la lezione del sacerdote: ridare dignità alle persone è la migliore lotta contro la mafia. E parla anche di un suo incontro con Papa Francesco. Ecco il testo

venerdì 22 maggio 2020

Padre Puglisi voleva una via intitolata a Falcone e Borsellino




Per gentile concessione della casa editrice Rizzoli, pubblichiamo un brano del libro "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", dedicato al ricordo che don Pino Puglisi volle organizzare nel '93 per Falcone e Borsellino, arrivando a proporre di intitolare ai due magistrati una strada di Brancaccio. Don Puglisi partecipò anche ai funerali delle vittime della stagione delle stragi nel '92 e portò i suoi ragazzi in via Notarbartolo al lunghissimo corteo che si organizzò un mese dopo il massacro di Capaci. Per lui i due magistrati erano un esempio da tenere sempre vivo nel cuore.

venerdì 1 maggio 2020

Un filo rosso da don Puglisi a Papa Francesco



di Francesco Deliziosi
Don Pino Puglisi, la prima vittima della mafia a diventare beato in quanto martire, fu ucciso nel 1993 sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi. Era il giorno del suo 56° compleanno. I processi penali e la causa di beatificazione hanno messo in luce un movente ben preciso: la sua colpa fu di essere un grande evangelizzatore e un educatore dei giovani. La mafia ebbe paura del fatto che «si portava i picciriddi cu iddu» (i bambini con lui) e «predicava tutta a iurnata» (predicava tutto il giorno). Parole del boss Leoluca Bagarella, riferite da collaboratori di giustizia.

mercoledì 11 dicembre 2019

Ficarra e Picone, il vero messaggio del Natale




di Francesco Deliziosi

"Dio ama sempre tramite qualcuno": potrebbe essere questa famosa frase di padre Pino Puglisi la morale per comprendere il messaggio di Natale (del vero Natale) che vogliono lanciarci Salvo Ficarra e Valentino Picone col loro nuovo film, nelle sale dal 12 dicembre. E' il loro primo "cinepattone", cioè il primo film natalizio, il primo film girato all'estero (in Marocco) e con un budget superiore al consueto (alle spalle c'è Medusa che produce con Attilio De Razza/Tramp Limited). Ma Ficarra e Picone non hanno rinunciato in "Il primo Natale" alla loro cifra stilistica e al loro carisma: si ride tanto, c'è la Sicilia che fa capolino da tantissime parti, c'è l'attualità e la satira politica (il dramma dei migranti). 

martedì 22 ottobre 2019

Lorefice: la Chiesa si faccia contagiare da don Pino


«Pino Puglisi è figlio e ministro della Chiesa che profuma di Vangelo». È a lui che devono guardare tutti gli educatori, che in modi diversi operano all’interno della  Chiesa e nella società. Lo dice l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, durante l’omelia della celebrazione in Cattedrale, nel giorno della memoria liturgica del beato Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993 e per questo martire. Lo fa davanti a un’assemblea composta soprattutto da catechisti e docenti di religione di  tutta la diocesi.

venerdì 13 settembre 2019

lunedì 22 luglio 2019

A Godrano nasce un museo per don Pino



L’aveva definita «l’esperienza parrocchiale più bella della sua vita». Quella che il Beato padre Pino Puglisi - ucciso da Cosa Nostra il 15 settembre 1993 - aveva vissuto nella chiesa di Godrano dal 1° ottobre 1970 al 31 luglio 1978. Ed è proprio nel paese ai piedi della Rocca Busambra che il prossimo 3 settembre alle 17,30 verrà inaugurato un museo interamente dedicato al prete che con la parola e l’educazione alla legalità aveva sfidato Cosa Nostra. 

martedì 16 luglio 2019

Lorefice: la nuova peste è la politica che crea odio e barriere



La Chiesa di Rosalia e di don Pino Puglisi è la chiesa dell'accoglienza, che dice no all'indifferenza. Una Chiesa per cui è inaccettabile la logica del "si salvi chi può" e del "prima noi!". Nell'intervento dell'arcivescovo Corrado Lorefice a piazza Marina un memorabile monito per i nostri tempi scossi dall'odio e dalla violenza, in cui la politica si è intorbidita. Non a caso vengono ricordati invece Moro e Berlinguer. Da leggere e meditare


Corrado Lorefice Arcivescovo Metropolita di Palermo FESTINO DI S. ROSALIA Discorso alla città
Piazza Marina – 15 luglio 2019

Care Palermitane, Cari Palermitani,
siamo di nuovo qui in piazza, stasera, attorno a Rosalia, in un anno e in un tempo segnati dall’inquietudine e dall’emergenza. Vicinissimi, insomma, alle sensazioni tipiche dell’evento catastrofico nel quale la nostra Santa si mostrò, quattrocento anni or sono, propiziatrice di salvezza. Era la peste allora – per lei e per Palermo – a rappresentare la sorgente di uno smarrimento, di una disperazione che il saponaro Vincenzo Bonelli rese simbolicamente con il proprio desiderio di morte dopo la perdita della giovane moglie.
Anche noi arriviamo qui stasera provati, portandoci nel cuore un senso di oppressione per le vicende della nostra terra, dell’Italia, del mondo tutto. La catastrofe contemporanea non è quella di un’epidemia contagiosa ma di un diluvio opprimente, che sommerge e affoga: il diluvio della costruzione da parte dell’uomo di un sistema economico planetario che schiaccia i poveri e ferisce la natura; [il diluvio] di un gioco di relazioni segnate dalla separatezza, dalla diffidenza, dall’esclusione del diverso, dell’altro, comunque lo si voglia configurare; [il diluvio] di una Chiesa che fatica a sintonizzarsi sulla linea d’onda del Vangelo, trasmessaci dal Santo Padre e contrastata da messaggi e comportamenti divisivi e aspramente aggressivi.


mercoledì 3 luglio 2019

Il libro di Lorefice: don Puglisi maestro di libertà




Giovedì 4 luglio 2019, alle ore 19, nei locali della parrocchia di San Gaetano a Brancaccio, presentazione del libro “Siate figli liberi! Alla maniera di Pino Puglisi” di mons. Corrado Lorefice, San Paolo Edizioni. Intervengono padre Antonio Spadaro, sj direttore de “La Civiltà cattolica”, don Vito Impellizzeri, docente della Facoltà teologica di Sicilia e Valentina Casella della Comunità parrocchiale di San Gaetano. Modera lo scrittore Vincenzo Ceruso. Sarà presente l’Arcivescovo. Pubblichiamo la recensione del volume scritta dal giornalista Francesco Deliziosi per Poliedro, mensile della diocesi di Palermo, di giugno 2019. Deliziosi, allievo e amico di don Pino, è anche autore della biografia "Don Puglisi - il prete che fece tremare la mafia con un sorriso" e della raccolta degli scritti "Don Pino Puglisi - Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", entrambi pubblicati da Rizzoli.
Mons. Corrado Lorefice e il giornalista Francesco Deliziosi

lunedì 10 giugno 2019

DON PUGLISI FA STUDIARE ANCORA I RAGAZZINI GRAZIE A UN LIBRO




Don Pino Puglisi aveva una grande passione per l'insegnamento e una delle sue più grandi battaglie a Brancaccio fu quella per ottenere la scuola media visto che il quartiere, ai suoi tempi, era l'unico della città a esserne sprovvisto. "L'ignoranza – diceva ai ragazzini del centro Padre Nostro – conviene a chi vuole che l'illegalità continui". E al liceo classico Vittorio Emanuele II don Pino insegnò dal 1978 al 1993, quando fu ucciso.
Per ricordare non solo la sua fede e il suo coraggio ma anche il suo carisma di educatore e insegnante, il giornalista Francesco Deliziosi ha deciso di devolvere i diritti d'autore del suo libro "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" all'Associazione Parco del Sole: si tratta infatti di un gruppo di volontari che nel quartiere Albergheria, nel cuore del centro storico di Palermo, si rivolgono soprattutto ai ragazzi con una serie di iniziative educative e didattiche.

domenica 14 aprile 2019

La Lezione di don Puglisi: ascolto, comunità, felicità


A Brancaccio, nella scuola che è stata dedicata al sacerdote martire, si è tenuta l’ultima giornata del convegno promosso dagli Uffici nazionali di Scuola e Irc. Ecco un resoconto dell'iniziativa in un articolo pubblicato su Avvenire l'11 aprile 2019


giovedì 11 aprile 2019

OMAGGIO A DON PINO DAI PROF DI RELIGIONE DI TUTTA ITALIA

Da sinistra Ernesto Diaco, don Daniele Saottini, Francesco Deliziosi


La spiritualità e la pedagogia del beato Pino Puglisi fanno scuola nella Chiesa italiana. Oltre duecento direttori diocesani e regionali degli Uffici per la pastorale della scuola e dell'Insegnamento per la religione cattolica sono in città sulle orme del sacerdote ucciso dalla mafia nel 1993, per confrontarsi sulla responsabilità educativa nel cambiamento d’epoca, ispirandosi proprio a una frase di padre Puglisi che lottò per garantire a tutti i ragazzi il diritto all’istruzione e alla formazione: «Non c’era neanche la scuola media»