domenica 6 gennaio 2019

Padre Puglisi e la lotta all'indifferenza: iniziativa dell'Ucsi


Pino Puglisi e Giovanni Bosco: due esempi di educatori che hanno saputo parlare al cuore dei giovani”.

Lo ha detto il giornalista Francesco Deliziosi capo redattore centrale del Giornale di Sicilia, allievo e amico di don Pino Puglisi e autore del libro “Don Pino Puglisi. Se ognuno fa qualcosa si può fare molto. Le parole del prete che fece paura alla mafia”, (Bur – Rizzoli) che è stato presentato nella chiesa Madre di Carlentini. Al parallelo tra i due educatori è dedicato un capitolo del volume con documenti inediti.

La presentazione introdotta e moderata dal giornalista Salvatore Di Salvo, presidente parrocchiale di Azione Cattolica, consigliere nazionale Ucsi e presidente provinciale dell’Ucsi Siracusa è stata aperta con i saluti di don Salvatore Siena, parroco della chiesa Madre e la relazione della dottoressa Emanuela Favara, vincitrice di concorso per Magistrato ordinario che ha sottolineato l’impegno di don Pino Puglisi nell’espletamento del suo ministero sacerdotale.

venerdì 23 novembre 2018

SCORDATO: MISI IN GUARDIA PUGLISI POCHI GIORNI PRIMA DEL DELITTO

Da sinistra don Cosimo Scordato, Francesco Deliziosi, don Giovanni La Mendola e don Francesco Michele Stabile


"Cercai di metterlo in guardia, quel suo tentativo estremo di aprire un dialogo con i mafiosi di Brancaccio, pur con motivazioni nobili, rischiava di essere frainteso e interpretato dai boss come uno sconfinamento, come uno sgarbo. E purtroppo temo che sia stato proprio così visto che quel nostro ultimo colloquio avvenne a pochi giorni dall'omicidio". E' commosso il ricordo di don Cosimo Scordato sull'incontro finale con l'amico don Pino Puglisi poco prima del delitto avvenuto il 15 settembre del 1993. Il sacerdote e i suoi collaboratori durante l'anno avevano subito minacce e attentati. Il parroco di Brancaccio non si era scoraggiato e dall'altare più volte si era rivolto agli autori delle aggressioni dicendo: "Parliamone, incontriamoci, perché non volete che i vostri figli abbiano una scuola?". 
L'occasione per fare memoria del Beato, a 25 anni dalla morte, è stata la presentazione nella chiesa madre di Bagheria, giovedì 22 novembre, del libro "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi che per la prima volta raccoglie scritti, omelie, lettere del sacerdote martire. 

venerdì 12 ottobre 2018

MAZARA, SETTIMANA SU DON PINO

La cattedrale di Mazara del Vallo


Da sabato 13 ottobre, e per una settimana, si terrà, presso la Cattedrale di Mazara del Vallo, una settimana di riflessione sul beato Pino Puglisi. Ricco il programma di iniziative promosso dal parroco don Edoardo Bonacasa che ha coinvolti tutti i gruppi parrocchiali. 
Sabato, alle ore 18,30, sarà esposta una reliquia del beato (sino al 20) e sarà celebrata la santa messa; alle ore 19,30, chiesa San Giuseppe, “Le forme dell’amore”, una collettiva a cura degli “Artisti per padre Pino Puglisi” (la mostra rimarrà aperta dalle 16 alle 19). 
Si prosegue lunedì 15: ore 9, gli alunni delle scuole superiori della città incontrano i responsabili del centro “Padre Nostro” di Palermo; alle ore 21, sala ottagonale, proiezione di un filmato sul beato Puglisi. 
Martedì 16: ore 9, incontro degli studenti coi responsabili del centro “Padre Nostro”. Giovedì 18: ore 18, Cattedrale, preghiera nella memoria del martire Pino Puglisi. 
Venerdì 19: ore 19,15, Cattedrale, appuntamento con la presentazione del libro “Se ognuno fa qualcosa si può fare molto. Le parole del prete che fece paura alla mafia” (Bur-Rizzoli), con Francesco Deliziosi, autore del libro. Si tratta del volume che per la prima volta raccoglie gli scritti più significativi del sacerdote-martire tra cui molti inediti. Deliziosi è stato amico e allievo di don Pino e ha fatto parte della commissione diocesana che ha istruito la causa di beatificazione, collaborando anche col Postulatore. 


La settimana si concluderà sabato 20, ore 9, sala ottagonale, estemporanea di pittura ispirata al beato; ore 18,30, santa messa.

venerdì 21 settembre 2018

PIGNATONE: IL SACRIFICIO DI DON PUGLISI HA CAMBIATO LA SICILIA



Affollata platea alla Sala del Tempio di Adriano a Roma per la presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi, organizzata dalla Regione Lazio. L'autore ha ripercorso i suoi 15 anni di amicizia con il sacerdote-martire di cui il Papa ha voluto commemorare i 25 anni dal martirio. Ricordi personali, dai banchi di scuola agli anni di Brancaccio, per ricostruire uno stile pedagogico originale, in tre fasi (l'ascolto, la vita comunitaria, la scelta della vocazione). Un metodo che, trasferito in un quartiere sotto il tallone della mafia, stava trasformando e liberando i cuori dal giogo dell'oppressione. Per questo la mafia ebbe paura e lo eliminò. Oggi, a 25 anni dalla morte, - ha sottolineato Deliziosi - dobbiamo analizzare la concretezza di don Pino, i suoi atti profetici eredità preziosa per tutta la chiesa (basti ricordare che cambiò il percorso delle processioni per evitare inchini sotto certi balconi e che sbarrò la strada ai politici collusi del quartiere). 

venerdì 14 settembre 2018

LOREFICE: SU DON PUGLISI UN LIBRO RICCO E FECONDO



Per gentile concessione della casa editrice Bur-Rizzoli pubblichiamo la prefazione di mons. Corrado Lorefice al volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" del giornalista Francesco Deliziosi, che ha raccolto e commentato gli scritti più significativi del sacerdote-martire.


Mons. Corrado Lorefice
Arcivescovo di Palermo

A venticinque anni dal martirio di padre Pino Puglisi giunge a tutti noi un dono ricco e fecondo: si tratta di questo importante e prezioso libro curato da Francesco Deliziosi, giornalista palermitano, che è stato alunno prima e collaboratore poi di padre Pino, particolarmente negli ultimi anni di vita, caratterizzati dal suo ministero pastorale presso la comunità parrocchiale di Brancaccio, laddove egli suggellò la sua esistenza con la palma del martirio, offrendo la vita per il suo popolo, quale mite agnello immolato ad immagine del Cristo.

mercoledì 5 settembre 2018

SAVAGNONE: PUGLISI, IL PRETE CHE ASCOLTAVA LA GENTE. LA CHIESA SPESSO NON LO SA FARE

Da sinistra Giuseppe Savagnone, Giuseppe Castronovo, Francesco Deliziosi



Un libro che ridà voce a don Pino Puglisi, quella voce che i suoi assassini volevano spegnere. Ripercorrere i suoi scritti raccolti nel volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" è un modo per ravvivare la memoria e alla fine chiedersi: cosa posso fare io per essere degno del suo sacrificio?
E' la domanda che ha rivolto il professore Giuseppe Savagnone agli intervenuti alla presentazione del volume il 3 settembre scorso alla libreria Tantestorie di via Ariosto a Palermo. Era presente l'autore del libro, Francesco Deliziosi, il magistrato Nicola Aiello. Ha moderato l'incontro il titolare della libreria Giuseppe Castronovo. Ecco l'intervento del professore Savagnone.

venerdì 31 agosto 2018

SE OGNUNO FA QUALCOSA: 4 APPUNTAMENTI PER FARE MEMORIA DI DON PINO



Fare memoria del sacrificio, della fede e dell'impegno civile di don Pino Puglisi a 25 anni dall'omicidio di mafia. Ripercorrere la sua vita e i suoi scritti raccolti per temi: l'amore, l'amicizia, il perdono, la passione per il riscatto sociale degli emarginati... Analizzare il viaggio ormai prossimo di Papa Francesco a Palermo sulle orme di un sacerdote che come lui voleva una Chiesa povera e per i poveri. Indagare sull'eredità della prima vittima di mafia diventata martire della Chiesa. Sono alcuni degli aspetti che saranno approfonditi nelle presentazioni del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi con prefazione di mons. Corrado Lorefice. Ecco i prossimi appuntamenti per tutti gli amici di 3P tra Palermo e Siracusa:

La Festa dell'onestà a Palermo
Domenica 2 settembre

ore 11 – via Collegio del Giusino (traversa di corso Vittorio Emanuele) conversazione dell'autore con Giulio Pirrotta, tra gli organizzatori della "Festa dell'onestà" nel Cassaro Alto. In questa terza edizione della manifestazione anche altri momenti dedicati a don Pino:
Alle 15.30 Piazza Mediterraneo (Ballarò). Conversazione sul messaggio del Beato Puglisi a venticinque anni dal martirio, tra l’Arcivescovo di Palermo, Francesco Puglisi, Don Enzo Volpe, Maurizio Artale. Francesco Lombardo, Giovanna Analdi. Modera Alessandra Turrisi.
Alle 17.00 Villa Bonanno. Svelamento del cippo dedicato al Beato Giuseppe Puglisi, Martire e Medaglia d’oro al valore civile, alla presenza dei familiari del Beato, dell’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, del sindaco di Palermo, prof. Leoluca Orlando, del Consiglio Direttivo dell’Associazione Cassaro Alto.
Alle 21.00 Piano della Cattedrale. Proiezione del film L’ultimo sorriso di Rosalinda Ferrante e Sergio Quartana. Docufilm sulla vita e il messaggio del Beato Giuseppe Puglisi.

Lunedì 3 settembre

Alle 18 nella libreria Tantestorie di via Ariosto 27 a Palermo, il titolare Giuseppe Castronovo modera un incontro con l'autore e il professore Giuseppe Savagnone

Giovedì 6 settembre

Alle 18 nella sede di Libera Palermo (la Bottega della legalità di piazza Castelnuovo) incontro con l'autore e il responsabile per la Sicilia di Libera, Gregorio Porcaro, ex "comparroco" di don Pino a Brancaccio.

Venerdì 7 settembre

Alle 19,30 nella parrocchia Sacra Famiglia (viale dei Comuni 14) a Siracusa incontro con l'autore moderato da Salvo Di Salvo, presidente provinciale Ucsi (unione stampa cattolica), con un saluto di mons. Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa.

venerdì 24 agosto 2018

"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UN VOLUME PER RIDARE VOCE A DON PUGLISI



In questa recensione si individua il volume "Se ognuno fa qualcosa", appena pubblicato da Bur-Rizzoli, come una "traditio" degli scritti e delle parole di don Pino, un modo per ridare voce al sacerdote-martire e non disperdere il suo insegnamento.


Patrizia Danzè

«Non ho paura delle parole dei violenti ma dei silenzi degli onesti” diceva don Pino Puglisi, il “prete che fece tremare la mafia con un sorriso” e che di mafia morì, divenendo martire in quanto testimone di speranza, la virtù teologale nella quale confidò per tutta la sua esistenza. «Defunto, benché morto parla ancora», si legge di Abele nella Lettera agli Ebrei, una frase che padre Puglisi amava ripetere, forse presago di quanto sarebbe avvenuto. Vita, insegnamento e martirio di don Puglisi hanno infatti già arricchito una consistente letteratura, di cui il bel volume di Francesco Deliziosi, palermitano e caporedattore centrale del “Giornale di Sicilia” e soprattutto allievo e figlio spirituale di don Pino Puglisi, è un’ ulteriore testimonianza.
Don Pino Puglisi. Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” (Rizzoli) non è un’agiografia, benché padre Puglisi sia stato dichiarato beato dalla Chiesa e lo stesso Deliziosi abbia fatto parte della commissione diocesana per l’istruzione della causa di beatificazione e abbia collaborato col postulatore, monsignor Vincenzo Bertolone, fino al riconoscimento del martirio da parte della Chiesa. È invece, a venticinque anni dall’assassinio del prete di Brancaccio per mano di Cosa Nostra, una “traditio”, una “consegna” del magistero cristiano di don Puglisi a noi tutti e in particolare ai giovani, che completa gli scritti di Deliziosi sul religioso.



Nulla come il silenzio degli onesti temeva don Puglisi, la cui parola audace e “scandalosa” si levava limpida e ferma contro la cultura del malaffare, con la «forza della mitezza e l’energia liberante e risanante dell’Evangelo del Regno» (scrive Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nella prefazione). Dalla illegalità e dalla violenza voleva salvare bambini e adolescenti, finché si era ancora in tempo: 3P, il nomignolo con cui padre Puglisi era conosciuto, credeva fermamente nella pastorale giovanile, esercitata a Brancaccio, come prima a Godrano, un comune del Palermitano dove era stato “confinato” nel 1970 dopo l’accusa d’essere un “prete rosso”, e dove era riuscito a organizzare iniziative per i bambini e “Settimane evangeliche” per le famiglie, per affrontare il nodo più difficile: il perdono. Ne scaturì un’esperienza fondamentale – scrive Deliziosi – per svellere le radici dell’odio, assieme ad altri gesti simbolici e ad un modello di vita con i quali l’allora giovane parroco si conquistò l’affetto della comunità.
Sposo di madonna Povertà, don Pino viveva una vita semplice, sobria, frugale, alla quale si uniformò per condividere realmente con gli ultimi, con i deboli, il pane e il vino, oltre che le parole giuste. E se la casa popolare in cui viveva era spoglia, tuttavia i libri di filosofia, di teologia, di sociologia la riempivano, perché la sua “predicazione continua” (la stessa che provocò l’odium fidei da parte dei boss di Brancaccio) si nutriva di quelle discipline, come il libro di Deliziosi attesta, riportando i testi pronunciati da don Puglisi, “maestro di preghiera” nelle sue omelie, nei suoi incontri al Centro Padre Nostro da lui fondato a Brancaccio, nei campi-scuola, nei convegni.
Povertà personale per essere credibile e non solo credente (e scarpe bucate ai piedi, insieme ad un logoro giubbino), ma ricchezza morale per affrontare le vere sfide per la Chiesa ed esserne la coscienza critica, combattendo collateralismi con i partiti, moralizzando feste popolari e processioni, formando volontari, analizzando i bisogni del territorio, denunciando il degrado, rendendo trasparenti i conti della parrocchia, alimentando vocazioni. Il denso libro di Deliziosi (molto belle le pagine documentarie dedicate alle letture dei Vangeli di don Puglisi), restituisce tutto il suo spessore a questo alter Christus, a questo prete “anti” ma esempio di fede e legalità, ribelle e dolce, audace e mansueto, umile e colto, disincantato e lucido, ma fiducioso nelle promesse di Dio tanto da amare i suoi nemici, e da sorridere nel momento del sacrificio (come testimonieranno i suoi killer, Grigoli e Spatuzza).

Gazzetta del Sud 19 agosto 2018

LOREFICE: IL PAPA VIENE A SOSTENERE LA SICILIA



Ecco la lettera integrale in cui l'arcivescovo di Palermo delinea i temi della visita del Papa a Palermo il 15 settembre


Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità.
Egli viene in Sicilia in visita pastorale nella ricorrenza del 25° dell’uccisione del Beato Martire Giuseppe Puglisi, «sacerdote del Signore, missionario del Vangelo, formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale» (Card. Salvatore Pappalardo).

domenica 19 agosto 2018

PENNISI: LA MAFIA SI E' VERGOGNATA DI AVER UCCISO DON PUGLISI




"Pure la stessa mafia si è vergognata di aver ucciso don Puglisi e cercò di mascherare il delitto come una rapina. Dopo il discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento avevano capito di non poter più scendere a patti". L'analisi di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, alla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" a Terrasini, sabato 18 agosto.

domenica 5 agosto 2018

DON STABILE: PUGLISI, UN SANTINO?



La tomba di Puglisi. A sinistra il quadro oggetto dell'articolo di don Stabile

A 25 anni dall'omicidio di mafia, nell'imminenza della visita del Papa a Palermo, padre Pino Puglisi rischia di essere trasformato in un santino? Il suo esempio imbalsamato e reso sterile, "relegato agli aspetti cultuali, senza legami con la vita e la storia". Don Francesco Michele Stabile, storico della Chiesa, è stato coordinatore della prima commissione diocesana che istruì la causa di beatificazione. E nel recente passato è stato anche critico sulla "Peregrinatio" delle reliquie del beato. Adesso teme "forme di sacralizzazione" del martire e ritiene che sia necessario "salvaguardare la ferialità di Puglisi come santità buona per tutti". In questo articolo inviato al blog beatopadrepuglisi.it che state leggendo analizza lucidamente questo rischio e fa una proposta: togliere il quadro che campeggia da qualche tempo accanto alla tomba del sacerdote in Cattedrale e rimetterci l'immagine reale, la fotografia che fu scelta per la beatificazione al Foro Italico nel 2013. (francesco deliziosi)  


venerdì 13 luglio 2018

I PICCOLI DI PADRE PUGLISI

Riceviamo da Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro, la locandina della raccolta fondi per aprire un asilo nido a Brancaccio


domenica 24 giugno 2018

IL CORRIERE DELLA SERA: DON PUGLISI INSEGNA L'ANTIMAFIA DEI FATTI


“MAFIA, SERVONO FATTI NON PAROLE”. I DISCORSI DI DON PUGLISI 25 ANNI DOPO

Giovanni Bianconi

Venticinque anni fa, il 15 settembre 1993, il parroco del rione palermitano di Brancaccio, padre Pino Puglisi, veniva assassinato dai killer di Cosa nostra; cinque anni fa la Chiesa l’ha proclamato beato. Il motivo dell’omicidio e della beatificazione fu lo stesso: l’impegno antimafia del sacerdote in un contesto decisamente mafioso, pagato con la vita. Un impegno fatto di parole e opere, denunce continue e lavoro quotidiano, soprattutto al fianco e in favore dei giovani: un insegnamento e un’eredità di cui, a un quarto di secolo di distanza dal suo sacrificio, si può cogliere ancora oggi l’attualità. Soprattutto alla luce dei più recenti fatti di cronaca, che hanno incrinato l’immagine di una certa antimafia definita «di facciata», utilizzata per costruire — secondo le accuse rivolte alle persone coinvolte — sistemi di potere che poco hanno a che fare con la missione di liberare la Sicilia dal gioco delle cosche. Ecco allora che un intervento pronunciato da padre Pino il 18 febbraio 1993 e pubblicato nella raccolta dei suoi scritti e discorsi (Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Bur-Rizzoli, pagg. 560, euro 18), suona ancora oggi particolarmente efficace, se non profetico.

«Mi sembra giusto che si parli di mafia, è un’opera che si deve portare avanti nelle scuole in modo più capillare possibile», diceva. Ma subito dopo ammoniva: «Non ci si fermi, però, ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore, attenzione, non vorrei essere frainteso; hanno valore, ma se ci si ferma a questo livello sono soltanto parole. E le parole devono essere convalidate dai fatti». In quei mesi l’Italia era scossa dai sommovimenti legati al ciclone di Mani pulite e alle indagini sulla politica corrotta e collusa con il malaffare, e padre Pino Puglisi — che mettendo insieme le iniziali del titolo religioso e poi del nome e cognome si era lui stesso soprannominato 3P — commentò: «Noi abbiamo quasi cinquant’anni di parole pronunciate da questi qui, che finalmente adesso vengono sbugiardati. Parole, parole, belle parole…». Le inchieste giudiziarie si estendevano a macchia d’olio. «Adesso ci stanno pensando i magistrati, sono arrivati anche in Sicilia finalmente — ammoniva 3P —, però siamo in un momento pericoloso, un periodo direi quasi prerivoluzionario. Io non me ne intendo, ma come mai non ci pensano quelli che sono all’interno delle strutture politiche? Non riescono a svegliarsi e dire: o cambiamo o crolliamo?».

Aveva visto lungo, il prete ucciso dalla mafia. Dall’antimafia usata come schermo dietro il quale nascondere interessi d’altro tipo e poco commendevoli, alla politica che delega tutto alla magistratura, scrollandosi di dosso ogni responsabilità, senza sapere (o volere) guardare al proprio interno a prescindere dagli accertamenti giudiziari. Metteva in guardia i suoi fedeli, 25 anni fa, il sacerdote di borgata che i killer hanno tolto di mezzo perché la mafia aveva paura delle sue parole, che non erano solo parole; ma il testamento che ha lasciato è un monito a restare all’erta anche oggi. Contro la mafia, e non solo.

in “Corriere della Sera” del 22 maggio 2018

"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UNA RECENSIONE DEL LIBRO SULL'AGENZIA REDATTORE SOCIALE


Tomba di padre puglisi
PALERMO - Un percorso virtuoso attraverso i testi di padre Puglisi per conoscere da vicino il pensiero e le opere del prete 'operaio degli ultimi' oggi beato. Nel libro, curato da Francesco Deliziosi ed edito da Rizzoli "Don Pino Puglisi – Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", con la prefazione dell'arcivescovo Corrado Lorefice, per la prima volta vengono raccolti in un unico volume, gli scritti più significativi del sacerdote.