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venerdì 23 novembre 2018

SCORDATO: MISI IN GUARDIA PUGLISI POCHI GIORNI PRIMA DEL DELITTO

Da sinistra don Cosimo Scordato, Francesco Deliziosi, don Giovanni La Mendola e don Francesco Michele Stabile


"Cercai di metterlo in guardia, quel suo tentativo estremo di aprire un dialogo con i mafiosi di Brancaccio, pur con motivazioni nobili, rischiava di essere frainteso e interpretato dai boss come uno sconfinamento, come uno sgarbo. E purtroppo temo che sia stato proprio così visto che quel nostro ultimo colloquio avvenne a pochi giorni dall'omicidio". E' commosso il ricordo di don Cosimo Scordato sull'incontro finale con l'amico don Pino Puglisi poco prima del delitto avvenuto il 15 settembre del 1993. Il sacerdote e i suoi collaboratori durante l'anno avevano subito minacce e attentati. Il parroco di Brancaccio non si era scoraggiato e dall'altare più volte si era rivolto agli autori delle aggressioni dicendo: "Parliamone, incontriamoci, perché non volete che i vostri figli abbiano una scuola?". 
L'occasione per fare memoria del Beato, a 25 anni dalla morte, è stata la presentazione nella chiesa madre di Bagheria, giovedì 22 novembre, del libro "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi che per la prima volta raccoglie scritti, omelie, lettere del sacerdote martire. 

venerdì 21 settembre 2018

PIGNATONE: IL SACRIFICIO DI DON PUGLISI HA CAMBIATO LA SICILIA



Affollata platea alla Sala del Tempio di Adriano a Roma per la presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi, organizzata dalla Regione Lazio. L'autore ha ripercorso i suoi 15 anni di amicizia con il sacerdote-martire di cui il Papa ha voluto commemorare i 25 anni dal martirio. Ricordi personali, dai banchi di scuola agli anni di Brancaccio, per ricostruire uno stile pedagogico originale, in tre fasi (l'ascolto, la vita comunitaria, la scelta della vocazione). Un metodo che, trasferito in un quartiere sotto il tallone della mafia, stava trasformando e liberando i cuori dal giogo dell'oppressione. Per questo la mafia ebbe paura e lo eliminò. Oggi, a 25 anni dalla morte, - ha sottolineato Deliziosi - dobbiamo analizzare la concretezza di don Pino, i suoi atti profetici eredità preziosa per tutta la chiesa (basti ricordare che cambiò il percorso delle processioni per evitare inchini sotto certi balconi e che sbarrò la strada ai politici collusi del quartiere). 

venerdì 14 settembre 2018

LOREFICE: SU DON PUGLISI UN LIBRO RICCO E FECONDO



Per gentile concessione della casa editrice Bur-Rizzoli pubblichiamo la prefazione di mons. Corrado Lorefice al volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto" del giornalista Francesco Deliziosi, che ha raccolto e commentato gli scritti più significativi del sacerdote-martire.


Mons. Corrado Lorefice
Arcivescovo di Palermo

A venticinque anni dal martirio di padre Pino Puglisi giunge a tutti noi un dono ricco e fecondo: si tratta di questo importante e prezioso libro curato da Francesco Deliziosi, giornalista palermitano, che è stato alunno prima e collaboratore poi di padre Pino, particolarmente negli ultimi anni di vita, caratterizzati dal suo ministero pastorale presso la comunità parrocchiale di Brancaccio, laddove egli suggellò la sua esistenza con la palma del martirio, offrendo la vita per il suo popolo, quale mite agnello immolato ad immagine del Cristo.

venerdì 31 agosto 2018

SE OGNUNO FA QUALCOSA: 4 APPUNTAMENTI PER FARE MEMORIA DI DON PINO



Fare memoria del sacrificio, della fede e dell'impegno civile di don Pino Puglisi a 25 anni dall'omicidio di mafia. Ripercorrere la sua vita e i suoi scritti raccolti per temi: l'amore, l'amicizia, il perdono, la passione per il riscatto sociale degli emarginati... Analizzare il viaggio ormai prossimo di Papa Francesco a Palermo sulle orme di un sacerdote che come lui voleva una Chiesa povera e per i poveri. Indagare sull'eredità della prima vittima di mafia diventata martire della Chiesa. Sono alcuni degli aspetti che saranno approfonditi nelle presentazioni del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi con prefazione di mons. Corrado Lorefice. Ecco i prossimi appuntamenti per tutti gli amici di 3P tra Palermo e Siracusa:

La Festa dell'onestà a Palermo
Domenica 2 settembre

ore 11 – via Collegio del Giusino (traversa di corso Vittorio Emanuele) conversazione dell'autore con Giulio Pirrotta, tra gli organizzatori della "Festa dell'onestà" nel Cassaro Alto. In questa terza edizione della manifestazione anche altri momenti dedicati a don Pino:
Alle 15.30 Piazza Mediterraneo (Ballarò). Conversazione sul messaggio del Beato Puglisi a venticinque anni dal martirio, tra l’Arcivescovo di Palermo, Francesco Puglisi, Don Enzo Volpe, Maurizio Artale. Francesco Lombardo, Giovanna Analdi. Modera Alessandra Turrisi.
Alle 17.00 Villa Bonanno. Svelamento del cippo dedicato al Beato Giuseppe Puglisi, Martire e Medaglia d’oro al valore civile, alla presenza dei familiari del Beato, dell’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, del sindaco di Palermo, prof. Leoluca Orlando, del Consiglio Direttivo dell’Associazione Cassaro Alto.
Alle 21.00 Piano della Cattedrale. Proiezione del film L’ultimo sorriso di Rosalinda Ferrante e Sergio Quartana. Docufilm sulla vita e il messaggio del Beato Giuseppe Puglisi.

Lunedì 3 settembre

Alle 18 nella libreria Tantestorie di via Ariosto 27 a Palermo, il titolare Giuseppe Castronovo modera un incontro con l'autore e il professore Giuseppe Savagnone

Giovedì 6 settembre

Alle 18 nella sede di Libera Palermo (la Bottega della legalità di piazza Castelnuovo) incontro con l'autore e il responsabile per la Sicilia di Libera, Gregorio Porcaro, ex "comparroco" di don Pino a Brancaccio.

Venerdì 7 settembre

Alle 19,30 nella parrocchia Sacra Famiglia (viale dei Comuni 14) a Siracusa incontro con l'autore moderato da Salvo Di Salvo, presidente provinciale Ucsi (unione stampa cattolica), con un saluto di mons. Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa.

venerdì 24 agosto 2018

"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UN VOLUME PER RIDARE VOCE A DON PUGLISI



In questa recensione si individua il volume "Se ognuno fa qualcosa", appena pubblicato da Bur-Rizzoli, come una "traditio" degli scritti e delle parole di don Pino, un modo per ridare voce al sacerdote-martire e non disperdere il suo insegnamento.


Patrizia Danzè

«Non ho paura delle parole dei violenti ma dei silenzi degli onesti” diceva don Pino Puglisi, il “prete che fece tremare la mafia con un sorriso” e che di mafia morì, divenendo martire in quanto testimone di speranza, la virtù teologale nella quale confidò per tutta la sua esistenza. «Defunto, benché morto parla ancora», si legge di Abele nella Lettera agli Ebrei, una frase che padre Puglisi amava ripetere, forse presago di quanto sarebbe avvenuto. Vita, insegnamento e martirio di don Puglisi hanno infatti già arricchito una consistente letteratura, di cui il bel volume di Francesco Deliziosi, palermitano e caporedattore centrale del “Giornale di Sicilia” e soprattutto allievo e figlio spirituale di don Pino Puglisi, è un’ ulteriore testimonianza.
Don Pino Puglisi. Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” (Rizzoli) non è un’agiografia, benché padre Puglisi sia stato dichiarato beato dalla Chiesa e lo stesso Deliziosi abbia fatto parte della commissione diocesana per l’istruzione della causa di beatificazione e abbia collaborato col postulatore, monsignor Vincenzo Bertolone, fino al riconoscimento del martirio da parte della Chiesa. È invece, a venticinque anni dall’assassinio del prete di Brancaccio per mano di Cosa Nostra, una “traditio”, una “consegna” del magistero cristiano di don Puglisi a noi tutti e in particolare ai giovani, che completa gli scritti di Deliziosi sul religioso.



Nulla come il silenzio degli onesti temeva don Puglisi, la cui parola audace e “scandalosa” si levava limpida e ferma contro la cultura del malaffare, con la «forza della mitezza e l’energia liberante e risanante dell’Evangelo del Regno» (scrive Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nella prefazione). Dalla illegalità e dalla violenza voleva salvare bambini e adolescenti, finché si era ancora in tempo: 3P, il nomignolo con cui padre Puglisi era conosciuto, credeva fermamente nella pastorale giovanile, esercitata a Brancaccio, come prima a Godrano, un comune del Palermitano dove era stato “confinato” nel 1970 dopo l’accusa d’essere un “prete rosso”, e dove era riuscito a organizzare iniziative per i bambini e “Settimane evangeliche” per le famiglie, per affrontare il nodo più difficile: il perdono. Ne scaturì un’esperienza fondamentale – scrive Deliziosi – per svellere le radici dell’odio, assieme ad altri gesti simbolici e ad un modello di vita con i quali l’allora giovane parroco si conquistò l’affetto della comunità.
Sposo di madonna Povertà, don Pino viveva una vita semplice, sobria, frugale, alla quale si uniformò per condividere realmente con gli ultimi, con i deboli, il pane e il vino, oltre che le parole giuste. E se la casa popolare in cui viveva era spoglia, tuttavia i libri di filosofia, di teologia, di sociologia la riempivano, perché la sua “predicazione continua” (la stessa che provocò l’odium fidei da parte dei boss di Brancaccio) si nutriva di quelle discipline, come il libro di Deliziosi attesta, riportando i testi pronunciati da don Puglisi, “maestro di preghiera” nelle sue omelie, nei suoi incontri al Centro Padre Nostro da lui fondato a Brancaccio, nei campi-scuola, nei convegni.
Povertà personale per essere credibile e non solo credente (e scarpe bucate ai piedi, insieme ad un logoro giubbino), ma ricchezza morale per affrontare le vere sfide per la Chiesa ed esserne la coscienza critica, combattendo collateralismi con i partiti, moralizzando feste popolari e processioni, formando volontari, analizzando i bisogni del territorio, denunciando il degrado, rendendo trasparenti i conti della parrocchia, alimentando vocazioni. Il denso libro di Deliziosi (molto belle le pagine documentarie dedicate alle letture dei Vangeli di don Puglisi), restituisce tutto il suo spessore a questo alter Christus, a questo prete “anti” ma esempio di fede e legalità, ribelle e dolce, audace e mansueto, umile e colto, disincantato e lucido, ma fiducioso nelle promesse di Dio tanto da amare i suoi nemici, e da sorridere nel momento del sacrificio (come testimonieranno i suoi killer, Grigoli e Spatuzza).

Gazzetta del Sud 19 agosto 2018

LOREFICE: IL PAPA VIENE A SOSTENERE LA SICILIA



Ecco la lettera integrale in cui l'arcivescovo di Palermo delinea i temi della visita del Papa a Palermo il 15 settembre


Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità.
Egli viene in Sicilia in visita pastorale nella ricorrenza del 25° dell’uccisione del Beato Martire Giuseppe Puglisi, «sacerdote del Signore, missionario del Vangelo, formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale» (Card. Salvatore Pappalardo).

domenica 19 agosto 2018

PENNISI: LA MAFIA SI E' VERGOGNATA DI AVER UCCISO DON PUGLISI




"Pure la stessa mafia si è vergognata di aver ucciso don Puglisi e cercò di mascherare il delitto come una rapina. Dopo il discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento avevano capito di non poter più scendere a patti". L'analisi di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, alla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" a Terrasini, sabato 18 agosto.

venerdì 13 luglio 2018

I PICCOLI DI PADRE PUGLISI

Riceviamo da Maurizio Artale, presidente del Centro Padre Nostro, la locandina della raccolta fondi per aprire un asilo nido a Brancaccio


domenica 24 giugno 2018

IL CORRIERE DELLA SERA: DON PUGLISI INSEGNA L'ANTIMAFIA DEI FATTI


“MAFIA, SERVONO FATTI NON PAROLE”. I DISCORSI DI DON PUGLISI 25 ANNI DOPO

Giovanni Bianconi

Venticinque anni fa, il 15 settembre 1993, il parroco del rione palermitano di Brancaccio, padre Pino Puglisi, veniva assassinato dai killer di Cosa nostra; cinque anni fa la Chiesa l’ha proclamato beato. Il motivo dell’omicidio e della beatificazione fu lo stesso: l’impegno antimafia del sacerdote in un contesto decisamente mafioso, pagato con la vita. Un impegno fatto di parole e opere, denunce continue e lavoro quotidiano, soprattutto al fianco e in favore dei giovani: un insegnamento e un’eredità di cui, a un quarto di secolo di distanza dal suo sacrificio, si può cogliere ancora oggi l’attualità. Soprattutto alla luce dei più recenti fatti di cronaca, che hanno incrinato l’immagine di una certa antimafia definita «di facciata», utilizzata per costruire — secondo le accuse rivolte alle persone coinvolte — sistemi di potere che poco hanno a che fare con la missione di liberare la Sicilia dal gioco delle cosche. Ecco allora che un intervento pronunciato da padre Pino il 18 febbraio 1993 e pubblicato nella raccolta dei suoi scritti e discorsi (Se ognuno fa qualcosa si può fare molto, Bur-Rizzoli, pagg. 560, euro 18), suona ancora oggi particolarmente efficace, se non profetico.

«Mi sembra giusto che si parli di mafia, è un’opera che si deve portare avanti nelle scuole in modo più capillare possibile», diceva. Ma subito dopo ammoniva: «Non ci si fermi, però, ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore, attenzione, non vorrei essere frainteso; hanno valore, ma se ci si ferma a questo livello sono soltanto parole. E le parole devono essere convalidate dai fatti». In quei mesi l’Italia era scossa dai sommovimenti legati al ciclone di Mani pulite e alle indagini sulla politica corrotta e collusa con il malaffare, e padre Pino Puglisi — che mettendo insieme le iniziali del titolo religioso e poi del nome e cognome si era lui stesso soprannominato 3P — commentò: «Noi abbiamo quasi cinquant’anni di parole pronunciate da questi qui, che finalmente adesso vengono sbugiardati. Parole, parole, belle parole…». Le inchieste giudiziarie si estendevano a macchia d’olio. «Adesso ci stanno pensando i magistrati, sono arrivati anche in Sicilia finalmente — ammoniva 3P —, però siamo in un momento pericoloso, un periodo direi quasi prerivoluzionario. Io non me ne intendo, ma come mai non ci pensano quelli che sono all’interno delle strutture politiche? Non riescono a svegliarsi e dire: o cambiamo o crolliamo?».

Aveva visto lungo, il prete ucciso dalla mafia. Dall’antimafia usata come schermo dietro il quale nascondere interessi d’altro tipo e poco commendevoli, alla politica che delega tutto alla magistratura, scrollandosi di dosso ogni responsabilità, senza sapere (o volere) guardare al proprio interno a prescindere dagli accertamenti giudiziari. Metteva in guardia i suoi fedeli, 25 anni fa, il sacerdote di borgata che i killer hanno tolto di mezzo perché la mafia aveva paura delle sue parole, che non erano solo parole; ma il testamento che ha lasciato è un monito a restare all’erta anche oggi. Contro la mafia, e non solo.

in “Corriere della Sera” del 22 maggio 2018

"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UNA RECENSIONE DEL LIBRO SULL'AGENZIA REDATTORE SOCIALE


Tomba di padre puglisi
PALERMO - Un percorso virtuoso attraverso i testi di padre Puglisi per conoscere da vicino il pensiero e le opere del prete 'operaio degli ultimi' oggi beato. Nel libro, curato da Francesco Deliziosi ed edito da Rizzoli "Don Pino Puglisi – Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", con la prefazione dell'arcivescovo Corrado Lorefice, per la prima volta vengono raccolti in un unico volume, gli scritti più significativi del sacerdote.

mercoledì 13 giugno 2018

XXV DEL MARTIRIO: TUTTI GLI EVENTI PER DON PINO



Spettacoli teatrali, inaugurazioni di nuovi spazi, giornate dedicate ai bambini, documentari, una pedalata simbolica e concorsi per le scuole. Sono solo alcune delle numerose iniziative che verranno organizzate per ricordare il XXV Anniversario dell'omicidio di Padre Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo il 15 settembre 1993 davanti alla sua abitazione, in piazzale Anita Garibaldi, a Brancaccio, quartiere dove abitava e di cui era parroco.

venerdì 25 maggio 2018

5 ANNI FA LA BEATIFICAZIONE: IN UN LIBRO GLI SCRITTI DI DON PINO PUGLISI


Il 25 maggio 2018, ricorre il quinto anniversario della beatificazione come martire di Don Pino Puglisi. In programma una serie di iniziative anche in vista del 15 settembre 2018 in cui verrà poi ricordato, con varie trasmissioni tv e manifestazioni, il 25° anniversario del delitto voluto dalla mafia nel 1993 per spegnere la voce del sacerdote impegnato a Brancaccio nel recupero dei giovani e nelle battaglie per i diritti civili. Don Puglisi è oggi il primo beato della Chiesa cattolica tra le vittime della mafia.

giovedì 10 maggio 2018

I VESCOVI SICILIANI AI MAFIOSI: CONVERTITEVI!


Questo il testo della lettera presentata dai vescovi siciliani nella Valle dei Templi il 9 maggio 2018, a 25 anni dall'intervento di Papa Wojtyla. Una dura condanna della mafia delle "pistole e dei colletti bianchi" ma anche un allarme sul rischio infiltrazioni nelle processioni e nelle feste religiose nell'Isola. Spicca la ricerca di un linguaggio proprio della Chiesa per invitare alla conversione i mafiosi come fece San Giovanni Paolo II: convertitevi, è il momento di cambiare vita! Importante anche il riferimento al beato Pino Puglisi e al suo invito al dialogo con la parte oscura di Brancaccio fino all'estremo sacrificio.

mercoledì 2 maggio 2018

ORLANDO DAL PAPA: DON PUGLISI SIA COMPATRONO DI PALERMO


Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con una delegazione di amministratori cittadini della provincia di Palermo che fanno parte  della vasta area della "città metropolitana" ha partecipato il 2 maggio all’udienza papale, in Vaticano. Orlando ha donato al Papa la medaglia ricordo della città con la frase di Pino Puglisi: "Se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto", manifestando ancora una volta l’auspicio che proprio Padre Puglisi possa essere Compatrono di Palermo accanto ai Santi Patroni che già esistono sia per il capoluogo (Santa Rosalia, San Benedetto il Moro) che per le singole città dell’area metropolitana.

venerdì 30 marzo 2018

LOREFICE: MAFIA, MEA CULPA DELLA CHIESA SUI SILENZI


A Palermo (cinema Rouge et Noir, 9 marzo 2018) si è tenuto un incontro organizzato dal Centro Pio La Torre. Pubblichiamo integralmente l'intervento dell'arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, in cui c'è una toccante autocritica sui silenzi del passato della Chiesa e si rilancia l'esempio di don Pino Puglisi e di Rosario Livatino.


Un caro simpatico saluto a tutti a voi qui presenti e a quanti ci seguono in diretta streaming. Il tema che mi è stato affidato è «Il ruolo della Chiesa di Papa Francesco nel contrasto alle mafie, alla corruzione, alla povertà e alle diseguaglianze sociali». Sono contento di stare qui con voi, di ascoltare le vostre eventuali domande, su problematiche che voi ragazzi e ragazze sentite forse più di tutti e di tutte.

IL PAPA: UN MAFIOSO NON PUO' DIRSI CRISTIANO

Un mafioso non può dirsi cristiano: lo ha detto il Papa nell'udienza generale di mercoledì 28 marzo 2018. "Pensiamo, per non andare lontano da casa, ai cosiddetti cristiani mafiosi: questi di cristiano non hanno nulla. Si dicono cristiani ma portano la morte nell'anima e agli altri. Preghiamo per loro", è stato l'invito del Papa. Il nuovo intervento di condanna della criminalità organizzata arriva a confermare altre dure prese di posizione tra cui la scomunica ricordata a Sibari in Calabria nel giugno 2014.

venerdì 9 marzo 2018

LOREFICE: MAFIA, LA CHIESA CHIEDE PERDONO PER LE SUE OMISSIONI

Mons. Corrado Lorefice


«La mafia è antievangelica e senza dubbio il mafioso non è e non può essere un uomo di fede. La mafia ha in odio la fede cristiana,
può avere un'espressione religiosa da strumentalizzare ma è ben
 lungi dalla fede. Ti puoi convertire e avere il perdono, ma lo devi
dire e devi prenderne le distanze». Lo ha detto l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice intervenendo alla conferenza antimafia promossa dal centro studi Pio La Torre.

martedì 6 febbraio 2018

BERTOLONE: PUGLISI AVREBBE SORRISO PER IL FRANCOBOLLO CHE IL VATICANO GLI DEDICA

Da monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro e Postulatore della causa per la Beatificazione di don Giuseppe Puglisi riceviamo e con gioia pubblichiamo questo articolo sull'emissione di un francobollo del Vaticano per il sacerdote-martire di cui quest'anno ricorre il 25° dell'omicidio. A questo link  maggiori dettagli sul francobollo.



di Mons. Vincenzo Bertolone

Nella giornata di oggi l’Ufficio filatelico dello Stato della città del Vaticano metterà in circolazione un francobollo commemorativo dedicato a don Pino Puglisi, per ricordare il venticinquesimo anniversario della sua uccisione per mano della mafia. Credo che di fronte ad una notizia del genere, mite, timido e riservato com’era, padre Puglisi si sarebbe lasciato andare ad un sorriso, il sorriso al quale non rinunciava mai e che dono’, come segno di coraggio e perdono, anche ai suoi carnefici, quella sera del 15 Settembre del 1993. Si disse allora, e si è ripetuto per tanto tempo, che chi lo uccise, e chi diede l’ordine di ammazzarlo, pensò di aver finalmente chiuso per sempre la bocca ad un uomo scomodo, ad un prete che dava fastidio perché aveva scelto di essere e fare il prete. In realtà non fu così, e lo dimostra anche questo francobollo, con l’omaggio che attraverso esso si rende alla figura del beato Puglisi. Sullo sfondo una chiesa, segno della fede e dell’obbedienza a Cristo e al Vangelo che lo ispirò fino alla fine. In primo piano la sua gente, la gente e soprattutto i bambini di Brancaccio, per i quali si spese perché, proprio attraverso l’insegnamento evangelico, trovassero la forza di difendere diritti e di camminare nella luce di Dio.

Poteva Cosa Nostra, ossequiosa del dio denaro e del potere, tollerare tutto ciò, perdendo di prestigio ed autorità? Non poteva. E lo uccise. Ma commise il suo errore più grande: Puglisi, come questo omaggio alla sua memoria dimostra, vive ancora. Ed ancora è punto di riferimento. Tocca a noi accoglierlo e seguirne l’esempio, ricordando le sue parole: “Venti, sessanta, cento anni... la vita”, diceva, ma “a che serve se sbagliamo direzione? Ciò che importa - spiegava - è incontrare Cristo, vivere come lui, annunciare il suo Amore che salva. Portare speranza e non dimenticare che tutti, ciascuno al proprio posto, anche pagando di persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo”. Quel mondo, aggiungo io, che siamo chiamati a fare nostro e ad incarnare, con un sentimento contagioso che è capace di varcare confini e frontiere, proprio come fosse un francobollo.


Catanzaro, 5 febbraio 2018

                                                                                                                                                                               

martedì 30 gennaio 2018

VATICANO: UN FRANCOBOLLO PER PUGLISI


CITTA' DEL VATICANO. L’Ufficio filatelico e numismatico dello Stato della Città del Vaticano ha reso noto che le prossime emissioni filateliche del 6 febbraio 2018 saranno dedicate alla Pasqua e al 25/mo anniversario della morte del beato don Pino Puglisi, assassinato nel 1993 dalla mafia. I bozzetti mostrano che il primo, realizzato dall’artista Raul Berzosa Fernandez, raffigura un Cristo risorto e benedicente ed è proposto in un foglio da 10 francobolli (dimensioni 177x106 mm), valore facciale 0,95 euro, tiratura massima 250.000 serie complete. La seconda emissione consiste in un minifoglio da 6 francobolli (dimensioni 130x110 mm) raffiguranti il beato Puglisi circondato dai ragazzi di cui si occupava nel quartiere Brancaccio di Palermo, dove era nato il 15 settembre 1937. Si adoperò per strapparli dalla strada e la mafia sentendosi minacciata ne commissionò l’uccisione. Sullo sfondo la sua chiesa e in primo piano la dicitura: «La sera del 15 settembre 1993 don Pino Puglisi è assassinato a Palermo dalla mafia». Nel dépliant che accompagna i bozzetti vengono ricordate le parole di Papa Francesco: «È stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto». Il francobollo è realizzato dall’artista Marco Ventura. Il valore facciale dell’emissione è di un euro, la tiratura massima di 360.000 esemplari.

domenica 5 novembre 2017

DIOCESI DI PALERMO: SETTIMANA DEI GIOVANI NEL SEGNO DI PADRE PUGLISI



L’Arcidiocesi di Palermo, in vista del Sinodo dei Giovani che si terrà nell’ottobre 2018, propone una intera "Settimana dei giovani" dal 13 al 18 novembre 2017 nella quale - attraverso numerosi eventi -  vuole incontrare i giovani e sollecitarli a una presa di coscienza del loro essere comunità in cammino in una realtà difficile come quella palermitana. Su tutto il territorio diocesano verranno predisposti dei centri di ascolto giovani ("tende").
La settimana si muove tutta nel segno di padre Pino Puglisi che fu un grandissimo educatore dei giovani e, tra l'altro, insegnante dal 1978 al 1993, anno dell'uccisione. In particolare sarà dedicata al sacerdote-martire ucciso dalla mafia la giornata del 14 novembre. Di mattina dalle 11 al teatro Golden si terrà un incontro-confronto con i ragazzi delle scuole superiori. Di sera dalle 21, sempre al Golden, un incontro-spettacolo con numerosi artisti (ingresso libero) che richiamerà alla memoria la "festa per 3P" che si tenne l'anno scorso, il 15 settembre, sul sagrato della cattedrale. L'iniziativa prende il nome "Teencontro" e ha già una pagina facebook
La Settimana dei giovani ha un programma articolato. Da segnalare la Lectio divina con l'arcivescovo Corrado Lorefice (giovedì 16 alle 21). Il clou sarà sabato 18 con tre marce che partiranno alle 20,30 dalla chiesa di S.Antonino, dalla chiesa della Catena e da Santa Lucia per arrivare alle 21,30 a piazza Bologni. Alle 22 è prevista la messa in cattedrale con l'arcivescovo e alle 23 si terrà il "GiovaniFest" sul sagrato della Cattedrale. Qui sotto le locandine dei due momenti della giornata dedicata a padre Puglisi. Maggiori info sul programma complessivo sul sito della diocesi