venerdì 31 agosto 2018

SE OGNUNO FA QUALCOSA: 4 APPUNTAMENTI PER FARE MEMORIA DI DON PINO



Fare memoria del sacrificio, della fede e dell'impegno civile di don Pino Puglisi a 25 anni dall'omicidio di mafia. Ripercorrere la sua vita e i suoi scritti raccolti per temi: l'amore, l'amicizia, il perdono, la passione per il riscatto sociale degli emarginati... Analizzare il viaggio ormai prossimo di Papa Francesco a Palermo sulle orme di un sacerdote che come lui voleva una Chiesa povera e per i poveri. Indagare sull'eredità della prima vittima di mafia diventata martire della Chiesa. Sono alcuni degli aspetti che saranno approfonditi nelle presentazioni del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" (Bur-Rizzoli) del giornalista Francesco Deliziosi con prefazione di mons. Corrado Lorefice. Ecco i prossimi appuntamenti per tutti gli amici di 3P tra Palermo e Siracusa:

La Festa dell'onestà a Palermo
Domenica 2 settembre

ore 11 – via Collegio del Giusino (traversa di corso Vittorio Emanuele) conversazione dell'autore con Giulio Pirrotta, tra gli organizzatori della "Festa dell'onestà" nel Cassaro Alto. In questa terza edizione della manifestazione anche altri momenti dedicati a don Pino:
Alle 15.30 Piazza Mediterraneo (Ballarò). Conversazione sul messaggio del Beato Puglisi a venticinque anni dal martirio, tra l’Arcivescovo di Palermo, Francesco Puglisi, Don Enzo Volpe, Maurizio Artale. Francesco Lombardo, Giovanna Analdi. Modera Alessandra Turrisi.
Alle 17.00 Villa Bonanno. Svelamento del cippo dedicato al Beato Giuseppe Puglisi, Martire e Medaglia d’oro al valore civile, alla presenza dei familiari del Beato, dell’Arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, del sindaco di Palermo, prof. Leoluca Orlando, del Consiglio Direttivo dell’Associazione Cassaro Alto.
Alle 21.00 Piano della Cattedrale. Proiezione del film L’ultimo sorriso di Rosalinda Ferrante e Sergio Quartana. Docufilm sulla vita e il messaggio del Beato Giuseppe Puglisi.

Lunedì 3 settembre

Alle 18 nella libreria Tantestorie di via Ariosto 27 a Palermo, il titolare Giuseppe Castronovo modera un incontro con l'autore e il professore Giuseppe Savagnone

Giovedì 6 settembre

Alle 18 nella sede di Libera Palermo (la Bottega della legalità di piazza Castelnuovo) incontro con l'autore e il responsabile per la Sicilia di Libera, Gregorio Porcaro, ex "comparroco" di don Pino a Brancaccio.

Venerdì 7 settembre

Alle 19,30 nella parrocchia Sacra Famiglia (viale dei Comuni 14) a Siracusa incontro con l'autore moderato da Salvo Di Salvo, presidente provinciale Ucsi (unione stampa cattolica), con un saluto di mons. Salvatore Pappalardo arcivescovo di Siracusa.

venerdì 24 agosto 2018

"SE OGNUNO FA QUALCOSA": UN VOLUME PER RIDARE VOCE A DON PUGLISI



In questa recensione si individua il volume "Se ognuno fa qualcosa", appena pubblicato da Bur-Rizzoli, come una "traditio" degli scritti e delle parole di don Pino, un modo per ridare voce al sacerdote-martire e non disperdere il suo insegnamento.


Patrizia Danzè

«Non ho paura delle parole dei violenti ma dei silenzi degli onesti” diceva don Pino Puglisi, il “prete che fece tremare la mafia con un sorriso” e che di mafia morì, divenendo martire in quanto testimone di speranza, la virtù teologale nella quale confidò per tutta la sua esistenza. «Defunto, benché morto parla ancora», si legge di Abele nella Lettera agli Ebrei, una frase che padre Puglisi amava ripetere, forse presago di quanto sarebbe avvenuto. Vita, insegnamento e martirio di don Puglisi hanno infatti già arricchito una consistente letteratura, di cui il bel volume di Francesco Deliziosi, palermitano e caporedattore centrale del “Giornale di Sicilia” e soprattutto allievo e figlio spirituale di don Pino Puglisi, è un’ ulteriore testimonianza.
Don Pino Puglisi. Se ognuno fa qualcosa si può fare molto” (Rizzoli) non è un’agiografia, benché padre Puglisi sia stato dichiarato beato dalla Chiesa e lo stesso Deliziosi abbia fatto parte della commissione diocesana per l’istruzione della causa di beatificazione e abbia collaborato col postulatore, monsignor Vincenzo Bertolone, fino al riconoscimento del martirio da parte della Chiesa. È invece, a venticinque anni dall’assassinio del prete di Brancaccio per mano di Cosa Nostra, una “traditio”, una “consegna” del magistero cristiano di don Puglisi a noi tutti e in particolare ai giovani, che completa gli scritti di Deliziosi sul religioso.



Nulla come il silenzio degli onesti temeva don Puglisi, la cui parola audace e “scandalosa” si levava limpida e ferma contro la cultura del malaffare, con la «forza della mitezza e l’energia liberante e risanante dell’Evangelo del Regno» (scrive Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, nella prefazione). Dalla illegalità e dalla violenza voleva salvare bambini e adolescenti, finché si era ancora in tempo: 3P, il nomignolo con cui padre Puglisi era conosciuto, credeva fermamente nella pastorale giovanile, esercitata a Brancaccio, come prima a Godrano, un comune del Palermitano dove era stato “confinato” nel 1970 dopo l’accusa d’essere un “prete rosso”, e dove era riuscito a organizzare iniziative per i bambini e “Settimane evangeliche” per le famiglie, per affrontare il nodo più difficile: il perdono. Ne scaturì un’esperienza fondamentale – scrive Deliziosi – per svellere le radici dell’odio, assieme ad altri gesti simbolici e ad un modello di vita con i quali l’allora giovane parroco si conquistò l’affetto della comunità.
Sposo di madonna Povertà, don Pino viveva una vita semplice, sobria, frugale, alla quale si uniformò per condividere realmente con gli ultimi, con i deboli, il pane e il vino, oltre che le parole giuste. E se la casa popolare in cui viveva era spoglia, tuttavia i libri di filosofia, di teologia, di sociologia la riempivano, perché la sua “predicazione continua” (la stessa che provocò l’odium fidei da parte dei boss di Brancaccio) si nutriva di quelle discipline, come il libro di Deliziosi attesta, riportando i testi pronunciati da don Puglisi, “maestro di preghiera” nelle sue omelie, nei suoi incontri al Centro Padre Nostro da lui fondato a Brancaccio, nei campi-scuola, nei convegni.
Povertà personale per essere credibile e non solo credente (e scarpe bucate ai piedi, insieme ad un logoro giubbino), ma ricchezza morale per affrontare le vere sfide per la Chiesa ed esserne la coscienza critica, combattendo collateralismi con i partiti, moralizzando feste popolari e processioni, formando volontari, analizzando i bisogni del territorio, denunciando il degrado, rendendo trasparenti i conti della parrocchia, alimentando vocazioni. Il denso libro di Deliziosi (molto belle le pagine documentarie dedicate alle letture dei Vangeli di don Puglisi), restituisce tutto il suo spessore a questo alter Christus, a questo prete “anti” ma esempio di fede e legalità, ribelle e dolce, audace e mansueto, umile e colto, disincantato e lucido, ma fiducioso nelle promesse di Dio tanto da amare i suoi nemici, e da sorridere nel momento del sacrificio (come testimonieranno i suoi killer, Grigoli e Spatuzza).

Gazzetta del Sud 19 agosto 2018

LOREFICE: IL PAPA VIENE A SOSTENERE LA SICILIA



Ecco la lettera integrale in cui l'arcivescovo di Palermo delinea i temi della visita del Papa a Palermo il 15 settembre


Carissimi Fratelli e Sorelle,
ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità.
Egli viene in Sicilia in visita pastorale nella ricorrenza del 25° dell’uccisione del Beato Martire Giuseppe Puglisi, «sacerdote del Signore, missionario del Vangelo, formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale» (Card. Salvatore Pappalardo).

domenica 19 agosto 2018

PENNISI: LA MAFIA SI E' VERGOGNATA DI AVER UCCISO DON PUGLISI




"Pure la stessa mafia si è vergognata di aver ucciso don Puglisi e cercò di mascherare il delitto come una rapina. Dopo il discorso di Giovanni Paolo II ad Agrigento avevano capito di non poter più scendere a patti". L'analisi di monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, alla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto" a Terrasini, sabato 18 agosto.

domenica 5 agosto 2018

DON STABILE: PUGLISI, UN SANTINO?



La tomba di Puglisi. A sinistra il quadro oggetto dell'articolo di don Stabile

A 25 anni dall'omicidio di mafia, nell'imminenza della visita del Papa a Palermo, padre Pino Puglisi rischia di essere trasformato in un santino? Il suo esempio imbalsamato e reso sterile, "relegato agli aspetti cultuali, senza legami con la vita e la storia". Don Francesco Michele Stabile, storico della Chiesa, è stato coordinatore della prima commissione diocesana che istruì la causa di beatificazione. E nel recente passato è stato anche critico sulla "Peregrinatio" delle reliquie del beato. Adesso teme "forme di sacralizzazione" del martire e ritiene che sia necessario "salvaguardare la ferialità di Puglisi come santità buona per tutti". In questo articolo inviato al blog beatopadrepuglisi.it che state leggendo analizza lucidamente questo rischio e fa una proposta: togliere il quadro che campeggia da qualche tempo accanto alla tomba del sacerdote in Cattedrale e rimetterci l'immagine reale, la fotografia che fu scelta per la beatificazione al Foro Italico nel 2013. (francesco deliziosi)