martedì 19 maggio 2015

25MILA VISUALIZZAZIONI PER IL BLOG DI PINO PUGLISI. ECCO L'INDICE DEI SUOI SCRITTI

Il blog che state leggendo ha superato le venticinquemila visualizzazioni. Nato appena nello scorso settembre, è presto diventato il principale punto di riferimento su internet per chi vuole approfondire o meditare sia sugli scritti di padre Pino Puglisi che sulle testimonianze degli amici che hanno accompagnato la "missione" del sacerdote-martire. Tra queste ultime quelle di Agostina Aiello, Parola Geraci, padre Gaspare Di Vincenzo. E altre ancora si aggiungeranno. Per gli scritti di 3P potete consultare l'indice di quanto pubblicato in questo post
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E inoltre ecco le relazioni pubblicate negli ultimi giorni
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Il 25 maggio sarà il secondo anniversario del riconoscimento del martirio di Pino Puglisi da parte della Chiesa. Uniamoci in preghiera per riuscire a seguire in pieno il suo esempio e perché Palermo e la Sicilia, col suo aiuto, sappiano estirpare la malapianta della mafia.

venerdì 15 maggio 2015

TESTIMONIANZA DAL CONGO. PADRE GASPARE: PINO PUGLISI COME IL CHICCO DI GRANO CHE MUORE E DA' GRANDE FRUTTO

Padre Gaspare Di Vincenzo è un missionario comboniano impegnato in Congo, un paese dilaniato dalla guerra civile, dove la violenza dell'estremismo islamista aggrava una situazione di povertà estrema, minacciando l'esistenza stessa delle comunità cristiane. Non sono rari, purtroppo, i casi di sacerdoti e credenti vittime di violenza o crocifissi come gli antichi martiri. Per il nostro blog, padre Gaspare ha trovato il tempo di scrivere questa toccante testimonianza: è stato infatti tra i più stretti collaboratori di padre Puglisi sul finire degli anni Ottanta, all'epoca della sua conduzione del Centro diocesano vocazioni (Cdv). Con 3P ha condiviso il cammino della pastorale vocazionale nella Chiesa palermitana, non sempre agevole e non sempre compreso da tutti i sacerdoti. Padre Gaspare racconta anche la sua reazione alla notizia del delitto, la sua partecipazione ai funerali (portò a spalla la bara). Poi, a Licata, subito dopo ha fondato l'associazione giovanile "Centro 3P" che in questi anni ha aiutato un numero enorme di disagiati e migranti. Infine il ritorno in Congo da dove ci giunge questo splendido scritto che condividiamo con gioia.

di padre Gaspare Di Vincenzo

martedì 5 maggio 2015

STUDENTI ROMANI IN VISITA NEI LUOGHI DI PUGLISI. "IL SUO AMORE CI FA AFFRONTARE SENZA PAURA LA VITA"

Un gruppo dei ragazzi in viaggio d'istruzione con la prof. Volpe davanti alla tomba di padre Puglisi in cattedrale a Palermo

La trasformazione delle coscienze e la maturazione della spiritualità: sono questi i due "fili rossi" che legano l'attività di padre Pino Puglisi nelle sue varie esperienze fino alla sera dell'omicidio. E, a ben guardare la storia dal 1993 ai giorni d'oggi, sembrerebbe di vedere un prolungamento di questi fili rossi. In tanti si sono accostati a questa figura e ne sono rimasti come "contagiati". 
Un esempio concreto arriva da Monica Volpe: è una giovane professoressa che lavora in provincia di Roma (Palombara Sabina). Ha conosciuto padre Puglisi attraverso il romanzo di Alessandro D'Avenia "Ciò che inferno non e' " e attraverso la biografia di Francesco Deliziosi "Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia con un sorriso" (che ha ispirato D'Avenia, come lui stesso scrive alla fine del romanzo). 
Dai libri è nato un progetto educativo che ha coinvolto diverse classi e docenti nella sua scuola e ha prodotto anche l'idea di un viaggio d'istruzione in Sicilia, in particolare sui luoghi del sacerdote-martire. La professoressa Volpe ha ora inviato a questo blog un resoconto di questo particolarissimo viaggio con una serie di toccanti pensieri dei ragazzi. La ringraziamo e con grande piacere pubblichiamo il suo articolo.

di Monica Volpe

domenica 3 maggio 2015

CINQUEMILA RAGAZZI RIUNITI IN RICORDO DI PADRE PUGLISI. MONTENEGRO: ABBIATE CORAGGIO CONTRO LA MAFIA



«Padre Pino Puglisi è stato un uomo straordinario che ha creduto. Quando si crede in Dio si crede nell’uomo, e lui ha creduto in Dio e ha creduto negli uomini, perché gli uomini possono cambiare. Anche se sembra che la violenza della mafia lo abbia annientato, il ricordo di lui resterà sempre vivo così come i suoi insegnamenti». Lo ha detto il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ai cinquemila ragazzi che hanno partecipato al «Giovaninfesta 2015», a Realmonte, la città della Scala dei Turchi, «sull’onda del coraggio» e nel ricordo del parroco di Brancaccio ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 e proclamato beato il 25 maggio 2013.