sabato 20 settembre 2014

PADRE PUGLISI E LA NATURA: LE SUE MESSE ALL'APERTO

Archivio Don Giuseppe Puglisi


Un filo rosso ha sempre legato padre Pino Puglisi alla natura, per lui simbolo dello splendore dell'amore di Dio. Una prima esperienza risale agli anni di Godrano, in provincia di Palermo, dove fu parroco negli anni Settanta. La seconda è relativa ai campi scuola degli anni Ottanta: nella notte o appena all'alba si saliva su un monte e si celebrava all'aperto, in un clima di grande raccoglimento.



Dal belvedere di Godrano, sui crinali delle montagne, nei giorni piu' limpidi fanno capolino i paesi di Mezzojuso, Vicari, Baucina e persino, in lontananza, il fumo dell'Etna. Nella vallata verde del bosco della Ficuzza si possono ancora individuare dall'alto i sentieri che di notte padre Pino percorreva alla testa dei suoi giovani. Si partiva infatti prestissimo per essere già in cima quando spuntava l'alba: uno spettacolo grandioso per i ragazzi che, legati a filo doppio alle famiglie, non avevano mai messo il naso fuori dal loro paese.
La sera prima "3P" e un caro amico di Godrano, Filippo Barbaccia, ispezionavano il percorso per preparare l'escursione. Il sacerdote riscopriva i paesaggi che aveva conosciuto da bambino, durante la guerra. Ma l'amore per la natura non lo salvava dai ruzzoloni in qualche fosso.
"Perché tu non cadi mai?", chiedeva padre Pino, malconcio, all'amico che lo aiutava a rialzarsi.
E Filippo: "Il piede trova da solo la via d'uscita. Bisogna seguire l'erba piegata, gli odori degli animali, la traccia del loro passaggio. Sono guide infallibili. Ma chi è nato in città non riesce a capirlo...".
Durante la mattinata il gruppo raggiungeva il "Gorgo del Drago", un laghetto oggi prosciugato. Lì "3P" celebrava la messa: come altare bastava un cumulo di pietre ricoperto di zolle di terra scura e di fiori. La gente lasciava i campi e accorreva ad assistere. Ad una delle prime escursioni parteciparono anche i volontari di "Presenza del Vangelo". «Nel settembre del '71 - ricordava Lia Cerrito - siamo stati a Portella di Vento, vicino alla bellissima Rocca Busambra, dove un nostro amico lavorava per la Forestale, nella torretta di avvistamento degli incendi. Ci arrampicammo sui pioli di ferro piantati nel muro e lassu', nella cabina a vetri, pigiandoci gli uni gli altri, davanti alle montagne e "dentro" il lavoro del nostro amico, padre Puglisi celebrò l'Eucarestia» (dal libro F. Deliziosi - Pino Puglisi - il prete che fece tremare la mafia con un sorriso, Rizzoli).
Ricorda Francesca Pomara, all'epoca una delle ragazze di Godrano: "Organizzava campeggi, gite, pellegrinaggi, escursioni naturalistiche alla scoperta del bosco e dei suoi segreti. Come quando andammo a Gorgo del Drago, ultima palude esistente (oggi prosciugata) nel territorio, dove prima di celebrare messa ci fece una vera lezione di scienze. Ricordo il suo stupore e il suo entusiasmo di fronte ad una libellula, ad un falco ferito o davanti ad un tramonto o in mezzo ad un campo di frumento o ai piedi della montagna o facendoci dissetare ad uno ad uno alla sorgente “Oliva”. Aveva un’unica preoccupazione che capissimo Chi fosse all’origine di quella bellezza che si svelava ai nostri occhi" (dalla rivista "Tracce").
Negli anni Ottanta, attraverso la segnalazione delle parrocchie o degli insegnanti delle scuole superiori, diversi giovani erano invitati a partecipare al campo base intitolato "Sì, ma verso dove". In seguito il cammino proseguiva durante l'anno con incontri quindicinali "per continuare il clima di ricerca e di condivisione" e sviluppare i temi iniziali. Le sedi dei campi estivi furono diverse, in Sicilia e in altre regioni, anche per arricchire le possibilità di escursioni (almeno una delle mattinate era sempre dedicata a una scalata per vedere sorgere l'alba. Poi anche in questo caso si celebrava una messa all'aperto): Mezzojuso e Gangi (Palermo), Erice e Sant'Anna (Trapani), Mistretta (Messina), Salsomaggiore, Berceto (Parma)...
Basta guardare le foto con padre Puglisi che consacra l'ostia e si capisce che era innamorato di Gesù. Anzi in quel momento vedeva il corpo stesso di Gesù tra le sue mani...


Archivio don Giuseppe Puglisi

Meditazione dopo l'Eucarestia nel bosco (Archivio Don G.Puglisi)
Padre Puglisi nel maneggio della famiglia Fiorini a Godrano

Si ringrazia l'Archivio Don Giuseppe Puglisi: si trova a Palermo in via Matteo Bonello ed è curato da Agostina Ajello e da numerosi volontari.

11 commenti:

  1. L'ho sempre pensato che nel vivere la natura, immergendosi al suo interno, c'è sicuramente qualcosa di divino e religioso...!
    Domenico Scalamogna

    RispondiElimina
  2. Grazie Francesco! Per chi l'ha conosciuto e gli è' stato vicino (veniva a Carini per i corsi vocazionali) la memoria dei bei ricordi...ci aiuta a crescere ed anche a comunicare.
    Padre Paolo Fiasconaro

    RispondiElimina
  3. Grazie Francesco per questa tua opera. Preziosa agli occhi di Dio è stata la vita di Don Pino e preziosa per l'ordine sacerdotale che dalla sua vita ha attinto forza e coraggio nell'Annuncio. Io ritengo che se anche una sola anima sarà tornata a Dio per il ministero di un sacerdote, allora la sua missione avrà avuto successo. La vita di Don Pino Puglisi è stata molto più di tutto questo! Luce per il Mondo e Sale della terra.
    Mimma Polifrone

    RispondiElimina
  4. Questi sono i sacerdoti di Dio, che donano la propria vita per la giustizia ma specialmente per essere sacerdoti cristiani! Accanto a Lui non c erano guardie del corpo, le sue guardie erano gli angeli e Gesu crocifisso!! Caro padre Puglisi prega per noi ora sei con il Padre Dio!!
    Cinzia Cappelletti

    RispondiElimina
  5. Avanti così... ora, dobbiamo essere tutti noi battezzati, a continuare a far tremare la mafia!!!
    Antonio Ciaccio

    RispondiElimina
  6. grazieeeeee Francesco Deliziosi mio marito ha avuto il piacere di conoscerlo personalmente mentre faceva servizio a Godrano negli anni 70 !!!
    Santina Mocciaro Ridolfi

    RispondiElimina
  7. dico laicamente che siamo di fronte a un vero martire, nel senso letterale della parola, cioè di un testimone del principio per il quale si deve lottare per una causa importante e giusta senza timore di esporre la propria vita. Mi rendo conto che l'eroismo non lo si può imporre e che bisogna comprendere e rispettare chi non se la sente (rientra nella natura umana), ma la testimonianza e l'esempio di grandi protagonisti come don Puglisi sono indispensabili per rianimare le coscienze ed evitare lo scivolamento della società verso la connivenza e quindi la complicità con i peggiori interessi.
    Crescenzo Stellato

    RispondiElimina
  8. Don puglisi merita di essere conosciuto non solo perché ora beato ma per la sua vita testimoniata dall' amore per il prossimo in questa nostra bella palermo...poco apprezzata e tanto martoriata. Come dice il santo padre..la Chiesa è un ospedale da campo...lo è quando uno come 3p ci ha lavorato davvero.
    Alice Buccafusco

    RispondiElimina
  9. La stessa affezione ed attenzione per la Natura del Giudice Rosario Livatino.
    Enzo Gallo
    Canicattì

    RispondiElimina
  10. Grandi, Degni, Martiri, Santi.
    Giuseppe Crimaldi

    RispondiElimina
  11. Come S.Francesco, Don Pino amava molto la natura!!!...Condivido di cuore!!!...
    Carlo Del Bello

    RispondiElimina